La Gazzetta dello Sport - Verona

Sascha torna ventenne «A Roma sento la magia Voglio un’altra chance»

Nel 2017 il successo al Foro lo rivelò: «Uno dei miei momenti più belli...»

- GETTY s TEMPO DI LETTURA di Riccardo Crivelli s TEMPO DI LETTURA

Finalista nel 2023 Holger Rune, 21 anni danese, è stato finalista agli Internazio­nali di Roma un anno fa, battuto dal russo Medvedev 7-5 7-5, e ora ci riprova. Ha vinto in carriera 4 tornei

Holger Rune ha giocato 28 partite nel 2024, vincendone 18 e perdendone 10: il miglior risultato è la finale raggiunta a Brisbane a gennaio e persa con Dimitrov

3 Sua mamma Aneke si vede un po’ meno in giro, la segue ancora?

«Certo. Lei è qui anche adesso. Resta un punto di riferiment­o molto importante nella mia vita e nel mio lavoro. Ma anche per lei è impegnativ­o stare fuori tanto. Non sono figlio unico...».

3 Qual è l’insegnamen­to più importante che ha appreso da lei?

«Di fare tutto con passione e impegno».

3È vero che è ossessiona­to dal tennis?

«Certo. O non sarei arrivato qui. Amo il tennis, amo giocarlo, vederlo. L’ho studiato tantissimo, non penso che avrei potuto fare altro nella vita».

3 Non è possibile, si sforzi. Si concentri.

«Allora, di sicuro come sport avrei fatto scelto solo il tennis. Però se devo pensare a un’alternativ­a... L’agente segreto! Vado pazzo per i film di James Bond. Chissà magari sarei diventato uno 007».

3 Agente Holger. Suona bene.

«Sì, 00Rune, licenza di dormire. Sono pigro, mi piace stare a letto fino a tardi, anche fino a mezzogiorn­o se sono libero. Ok, resto sul tennis». Buona idea. 3'56" embrava l’inizio di un regno duraturo, il Predestina­to che diventava Principe del Foro. Era il maggio del 2017, Zverev aveva compiuto vent’anni da tre settimane e Roma, Djokovic e il mondo si erano appena inchinati al nuovo e tanto atteso talento. Alessandro Magno, titolarono allora i giornali, vaticinand­o il dominio sulla Next Gen del tennis. Non che la carriera di Sascha sia stata di poca sostanza, con l’oro olimpico a Tokyo, due vittorie alle Finals, cinque Masters 1000 in bacheca e il n.2 del mondo raggiunto a giugno 2022, ma quello zero sotto la casella degli Slam è un peso difficile da metabolizz­are.

SSperanza E così, più che alla finale degli Us Open 2020 persa contro Thiem da due set avanti, la memoria finisce sempre là, alla semifinale del Roland Garros di due anni fa contro Nadal, interrotta dal terribile infortunio alla

Battè Djokovic caviglia destra (rottura dei legamenti) quando stava rivaleggia­ndo alla pari contro il più forte giocatore di sempre sulla terra: «Ho sentimenti ed emozioni contrastan­ti riguardo a quel match, al fatto di averlo giocato — rammenta Zverev — perché è stata una delle migliori partite di tennis che abbia mai disputato in carriera, ma è stato anche il finale peggiore che abbia mai avuto. Ammetto che mi piacerebbe riprovarci ancora una volta, magari per dare un finale diverso a quei ricordi. È solo qualcosa nella mia mente. Mi piacerebbe avere un’altra chance in un match importante». Magari sarà di nuovo a Roma come sette anni fa, anche se fin qui la stagione sul rosso ha riservato pochi sorrisi al n.5 del mondo: «All’Italia mi legano ricordi bellissimi, quella vittoria rimane uno dei momenti più straordina­ri della mia vita da atleta e poi al Foro l’atmosfera è sempre fantastica. È vero, sulla terra non sono stato troppo brillante quest’anno, ma tornare a Roma sarà interessan­te perché sento che i miei colpi ci sono, ma per qualche motivo non riesco a vincere con continuità e a giocare al livello che vorrei in alcune situazioni della partita».

Politico Le assenze di Sinner e Alcaraz e i dubbi sulle condizioni di Medvedev ne farebbero peraltro il rivale più pericoloso per Djokovic, ma la questione dei troppi infortuni nel circuito è un tema che in qualità di nuovo membro del consiglio dei giocatori in seno all’Atp va sottobracc­io alle ambizioni personali: «Si parla da anni di accorciare la stagione. È necessario avere il tempo per preparare i nostri corpi per la fisicità che richiede il tennis moderno. E un mese di stop è davvero troppo poco. E nei Masters 1000 giocare ogni due giorni non significa riposare: il riposo è quando trascorri del tempo a casa, quando dormi nel tuo letto, stai con la tua famiglia. E se arrivi in fondo ai tornei come Sinner o Alcaraz, ecco che nascono i problemi». Sascha for president. 2'30”

Difficoltà Anche io ho avuto momenti difficili: adesso devo vincere qualcosa di importante

James Bond Vado pazzo per i film di James Bond, 00Rune suona bene! E mi piace dormire

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IL CAMPIONE TEDESCO
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Alexander Zverev, allora ventenne, con il trofeo del 2017
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