La Gazzetta dello Sport

Ma questo Tevez serve davvero?

Milan e Inter si azzuffano per l’apache, l’emergenza però è altrove

- LUIGI GARLANDO Carlitos Tevez, 27

L’inter ha ritrovato i gol di Milito e Pazzini, ha Forlan campione sudamerica­no, oltre a Castaignos, Coutinho... Il problema è fare arrivare il pallone a questa gente, non buttarlo dentro. Gli investimen­ti urgono a centrocamp­o, dove mancano corsa ed energie. In epoca di fair-play finanziari­o, spesi 25 milioni e rotti per Tevez, quanto resterà per rinnovare un reparto carico di anni e lesioni? Il Milan, perso a lungo Cassano, ha qualche necessità in più, ma stiamo parlando comunque del miglior attacco del campionato, che ha il talento del giovane Pato ancora da saccheggia­re e un El Shaarawy quasi pronto all’uso. A Bergamo, il Milan non aveva un solo centrocamp­ista in panchina. Tre degli assenti (Gattuso, Seedorf, Ambrosini) datano oltre i 33 anni, come Van Bommel. Allegri, che punta forte sugli interni, più di un Apache gradirebbe giovani indiani d’assalto in mediana, per dare il cambio a Aquilani e Nocerino. La casella del terzino sinistro attende ancora un titolare all’altezza. Sarebbe stata molto più logica una zuffa per Montolivo o De Rossi, centrocamp­isti di personalit­à e prospettiv­a. Tevez è una ghiotta ciliegina, ma forse prima era il caso di mettere a posto la torta. Nel calcio ai tempi del Barcellona, è il centrocamp­o il bene di prima necessità. E’ lì che si vince e si comanda. Allegri e Conte lo sanno e, anche per questo, sono in testa. Per questo Guidolin, pur avendo perso Sanchez, vola ancora. Guardiola, a una mediana già maestosame­nte ricca, ha voluto aggiungere la sfarzosa opzione Fabregas, mentre a suo tempo lasciò partire senza drammi la ciliegina Ibra. Ma ormai, divampata la rissa di mercato, Milan e Inter non possono più tirarsi indietro. L’inquietant­e sensazione, a questo punto, è che la goduria di toglierlo al nemico sia superiore alla consapevol­ezza dei reali benefici dell’acquisto. A forza di chiederci se Carlitos Tevez finirà al Milan o all’inter, ci siamo scordati la domanda che sta a monte, quella che conta di più: ma poi serve davvero l’apache? Nessuno mette in dubbio il valore assoluto del giocatore e la possibilit­à di averlo a un prezzo ridotto, visto che il City è costretto a sbolognarl­o, anche se il fatto che i due Manchester lo abbiamo lasciato partire e che nessun grande club disturbi la zuffa delle milanesi qualche pensiero dovrebbe suggerirlo. Ma ammettiamo pure che Tevez (mai titolare fisso nell’argentina) sia un fenomeno e torniamo alla domanda: è davvero un bene di prima necessità?

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