La Gazzetta dello Sport

E ora Zamparini è un capopopolo con il «Forcone»

Il presidente del Palermo allea il suo movimento con un gruppo nato a Catania...

- Maurizio Zamparini, 70 anni, presidente del Palermo DAL NOSTRO INVIATO FRANCESCO CARUSO

GELSO BIANCO (Catania)

Platea assiepata, manon siamo in uno stadio. Pubblico prettament­e maschile, ma non per assistere ad una partita di calcio. Si parla di fare una rivoluzion­e, di svegliare le coscienze, di mettere da parte le parole e di passare ai fatti. Uninvito a nozze per Maurizio Zamparini, presidente fra i più rivoluzion­ari del nostro pallone. L’occasione che porta il presidente del Palermo alle porte della città rivale per antonomasi­a della sua squadra è la manifestaz­ione che sta preparando il movimento del Forcone, raggruppam­ento spontaneo nato attorno ai contadini siciliani, che la crisi ha messo in ginocchio e che ora sono spalleggia­ti dagli autotraspo­rtatori di Pippo Richichi. Insieme hanno dato vita a una nuova entità, «Forza d’urto». L’unione fa la forza L’imprendito­re friulano da quasi 2 mesi guida un altro gruppo «assolutame­nte apartitico», come tiene a precisare: il Movimento per la gente, «che intende combattere il sistema burocratic­o e il mondo politico così lontano dall’uomo della strada e da suoi problemi». Il Forcone scenderà in piazza fra 5 giorni invadendo pacificame­nte la Sicilia per quella che s’annuncia come «la prima vera rivoluzion­e culturale dell’isola». E Zamparini, che ha già coagulato attorno al suo movimento i pastori sardi e il Grembiule friulano (composto da commercian­ti, artigiani e operai), vorrebbe aprire le porte anche al Forcone: «Per ora siamo 6 mila presto però diventerem­o un milione». I tifosi rosanero stiano tranquilli, l’uomo che li ha riportati in alto dopo decenni di tribolazio­ni non intende mollarli in favore della politica. Lo dimostra anche il fatto che pure in queste circostanz­e i temi calcistici rimangono centrali. Achi gli chiede del Palermo, risponde: «Abbiamo quasi concluso per il portiere Viviano. Volevo Aronicama non ce lo danno. E quella di Maxi Lopez è una strada non percorribi­le. Però il derby di ritorno stavolta lo vinceremo noi».

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