La Gazzetta dello Sport

Lazio col brivido Perla dihernanes Verona k.o. al 91˚

Padroni di casa avanti 2-0, rimonta gialloblù Il brasiliano su punizione regala i quarti a Reja

- STEFANO CIERI

ROMA

Crisi superata. Anzi no, crisi solo sospesa. La Lazio si riscatta in Coppa, tornando al gol e al successo e qualifican­dosi ai quarti di finale, dove troverà quasi certamente il Milan. Ma lo fa al termine di un’altra prestazion­e controvers­a e soltanto nei minuti di recupero, quando lo spettro dei supplement­ari era più che un’eventualit­à. Decisiva la magia con cui Hernanes al 91’ scaccia incubi e timori. Ma il malato resta convalesce­nte. Ancora troppe le disattenzi­oni difensive, ancora stucchevol­e la manovra offensiva. Reja avrà parecchio da lavorare nei prossimi giorni, ma intanto questo risultato è una boccata d’ossigeno fondamenta­le per lui e per la squadra. Bene, molto bene il Verona. Che, pur rimaneggia­to causa turn over, sfiora l’impresa. Prestazion­e beneaugura­nte in vista del cam- pionato che i veneti stanno vivendo da protagonis­ti. Andamento lento Pronti via e la Lazio rivive subito gli incubi delle ultime partite. In apertura di gara è il Verona a sfiorare il gol del vantaggio. La zuccata di Bjelanovic su lancio di Lepiller è però troppo morbida e Bizzarri sventa la minaccia. Sembra, per la Lazio, la prosecuzio­ne dei calvari patiti con Chievo e Siena. E invece un po’ alla volta, un mattone dopo l’altro, la banda di Reja comincia a girare. Niente di trascenden­tale, per carità, ma almeno qualcosa di incoraggia­nte si intravede. Accade soprattutt­o dopo la mezzora, grazie anche alla correzione tattica apportata da Reja. Il 4-3-1-2 iniziale (con Sculli interno di centrocamp­o causa arretramen­to di Lulic in difesa al posto dell’acciaccato Radu) si trasforma in un 4-3-3 più logico e funzionale, visti gli uomini in campo. Sculli si af- fianca in attacco a Rocchi e Cisse ed Hernanes si piazza a metà campo in linea con Gonzalez e Ledesma. I ritmi sono ancora lenti, ma almeno i biancocele­sti iniziano a pungere. Il gol arriva a un minuto dall’intervallo. Sull’ennesimo corner (il settimo) battuto da Ledesma è del «ritardatar­io» Dias la spaccata vincente, con colpevole dormita di Russo che dovrebbe tenerlo. La Lazio continua a pigiare (moderatame­nte, peraltro) sull’accelerato­re per un altro quarto d’ora, il primo della ripresa, al termine del quale arriva il raddoppio di Rocchi che sembra chiudere le danze. Gran Verona Sembra, perché a quel punto entra in campo il Verona. I propositi bellicosi ostentati da Mandorlini alla vigilia parevano essere rimasti lettera morta. Per quasi un’ora il Verona resta sulle sue. Il 4-3-2-1 di Mandorlini, che poi si trasformai­n un ancora più abbottonat­o 4-5-1, è schieramen­to che penalizza troppo le velleità degli ospiti. Però, dopo un’ora il vento cambia. L’ottimo Hallfredss­on (l’unico degli uomini-chiave che Mandorlini non preserva) prende in mano la squadra e la porta ad un passo dall’impresa. Il resto lo fanno i due nuovi entrati, Berrettoni e D’alessandro, due cresciuti nel vivaio della Lazio. Sono loro a realizzare i gol che riaprono la partita. La prodezza di Hernanes arriva quando i circa 3 mila veronesi pregustano il brivido dei supplement­ari. Serata piacevole per loro. Hanno riassapora­to le grandi sfide. E questo Verona promette di regalargli­ene altre ancora.

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Il gioiello di Hernanes su punizione che vale il successo della Lazio

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