«Match truccati in tutto il mondo» La sfida dell’asse Fifa-interpol
Eaton, capo della task force: «Servirebbero tanti Farina. Sì, lui è un eroe»
ZURIGO
«Eroe? Non direi che è una definizione esagerata: Simone Farina ha solo fatto il suo dovere, è vero, ma tanti altri no». Chris Eaton, australiano, baffi d’ordinanza e sorriso come i poliziotti dei telefilm, ex dirigente Interpol, dal 2010 alla Fifa per gestire la sicurezza in Sudafrica, è oggi il capo della task force contro scommesse e corruzione. L’accordo con l’interpol è stato stipulato un anno fa e avrà una durata decennale. Eaton ha parlato con Farina al Gala, venerdì sarà a Firenze. Spiegherà come combattere le infiltrazioni criminali nel calcio. Con una strategia che somiglia a quella dell’antimafia: pentiti, programma protezione, amnistia. Senza denunce di «eroi» come Fari- na, infatti, è impresa complicata. «Farina un modello» «Se Simone è un uomo onesto, il gioco delle probabilità fa pensare che tanti non abbiano denunciato. Anche se non hanno partecipato. La grandezza di Simone non è stata solo resistere, è stata denunciare: abbiamo bisogno di altri come lui, ma c’è gente che ha paura. Posso capire. Però, senza denuncia, ci saranno altre vittime. Inoltre Farina ci ha fatto riflettere: se gli hanno offerto 200 mila euro, lui che ne guadagna 60 mila all’anno, quant’è grande il giro delle scommesse? Non deve aver paura: sarà protetto, ma per le organizzazioni criminali non ci sarebbe alcun vantaggio nel fargli qualcosa. E, comunque, non c’è un sistema investigativo migliore, in Europa, di quello italiano. Complimenti». Business criminale «Non pensate che le scommesse siano frutto di due giocatori e due arbitri corrotti. No. Ci sono organizzazioni transcontinentali che investono a lungo termine: miliardi, perché ne possono gua- dagnare di più. Ci sono programmi per “insegnare” ai giocatori a truccare. Calciatori, arbitri e dirigenti in cerca di denaro facile. E calciatori che si uniscono per trattare con le organizzazioni. Un business criminale. Serve aiuto di autorità di polizia e governative. Coor- dinamento mondiale, come nell’antiterrorismo dopo l’11 settembre. Sanzioni sportive e penali». Niente tv «E soprattutto servono prevenzione e intelligence e regole sicure nell’organizzazione delle partite: spesso i match sono truccati perché gestiti da fantomatici agenti che, nei contratti, escludono anche la vendita dei diritti tv. Perché le partite devono essere “nascoste”: a uso e consumo degli scommettitori. Il giro d’affari è enorme, sui 500 miliardi all’anno nel mondo per tutte le scommesse, legali e illegali: 15 miliardi circa quelli derivanti da partite manipolate». Pentiti e amnistia «Non è facile combattere: per un’indagine ci vogliono minimo tre anni. Queste organizzazioni sono pericolose perché poi reinvestono tutti questi soldi in altre attività criminali: ecco perché gli Stati devono agire. E poi minacciano: abbiamo prove di giocatori uccisi perché non si sono prestati, e di altri suicidati, in Sud Corea, per la vergogna. Da febbraio, e fino al 31 dicembre, partirà il nuovo programma che prevede indagini locali, una linea telefonica mondiale, un sito per denunciare anonimamente quello che si sa, la protezione di pentiti che saranno anche aiutati a reinserirsi nel calcio, un’amnistia per chi collabora. Ce la faremo».