Gli sponsor non capiscono e non investono su questi catamarani
soluzioni nuove in una Coppa al buio». Può chiarire meglio il concetto? «Non si sa quanti team vedremo in acqua nel 2013 a San Francisco. Io dico non più di sei, che non mi sembrano tantissimi. E dal mio punto di vista non è difficile da spiegare». Prego. «Da una parte la crisi economica certo ha fatto danni, madall’altra questi cambiamenti, cioè la Coppa corsa con i catamarani, hanno spiazzato i possibili sponsor. Che non capiscono e di conseguenza non investono. E forse i costi sono aumentati». Luna Rossa ha dichiarato 40 milioni di euro. Vero? «Confermo». Maalei lacoppacoi catamarani piace? «No. Omeglio, è stata una scelta degli americani. Chi vince fa le regole. Se qualcuno gliela porta via, poi si farà il suo di regolamento. Certo che dobbiamo aspettarci una regata totalmente diversa. Fino al 2007 si poteva parlare di slanci di poppa, adesso si parla di idrodinamica e di tecnologia aerospaziale per l’ala rigida (che sostituisce la vela principale della barca, la randa, ndr). Qualcuno si ricorderà le moltissime barche che hanno assistito alle regate dal mare con i vecchi monoscafi, anche qualche centinaio per i passaggi in boa. Per la prossima edizione ce le scordiamo: questi catamarani vanno tanto veloce che si potranno seguire quasi solo dalla televisione. Anche questo un po’ mi spiace, si perderà quel clima». Parla da nostalgico: tornerebbe indietro? «Cinquanta e cinquanta. Vediamo come va e poi si potranno fare valutazioni». Per il ruolo di skipper ha sceltomaxsirena, che si definisce senza pedigree... Una scommessa? «E’ con noi dalla prima campagna di Luna Rossa. Non è detto che un grande skipper deve avere vinto medaglie olimpiche. Sirena ha molta esperienza e sa parlare chiaro alla gente. Nella gestione di un gruppo serve anche questo. E con gli Extreme 40 (la classe di catamarani in cui ha gareggiato Luna Rossa nel 2011, ndr) le cose sono andate bene, se abbiamo vinto il circuito». Vittorie, la passione, ma chi gliel’ha fatto fare di tornare indietro e tentare per la quarta volta l’assalto alla Coppa? «Come detto le nuove regole. La passione? Sì, quella fa, ma prima dico anche la voglia di rappresentare l’italia. Di aver confermato che la vela italiana siamo noi. Lo dico senza nessuna polemica e mi dispiace se qualcuno si offenderà, mapenso che sia necessario fare una distinzione: fra noi che abbiamo sempre rispettato gli impegni e gli "inventori..."» Nonfa nomibertelli, mail riferimento agli altri team italiani che si sono iscritti alla Coppa e poi non sono arrivati fino in fondo, in particolare Mascalzone Latino che era Challenger of Record, prima del ritiro. «L’italia non può fare queste figure... Ma direi che dall’estero abbiamo ricevuto un sacco di richieste per farci tornare. Più di quelle che ho avuto dalla mia azienda per questo investimento... Di certo all’ambiente interessava ci fosse l’italia». Bertelli ha anche immaginato il futuro. «Con Dalton, il grande capo di Team New Zealand, lo dico spesso scherzando. Ricordati che questa volta non finirà come nel 2007: faremo la finale noi e loro, ma questa volta il diritto di sfidare gli americani se lo prenderà Luna Rossa».