Iachini e il Genoa: gli insulti le scuse e la procura
«Mister, vogliamo giocare il derby». E Iachini, pronto: «A me lo dici? Con quelle merde». Lunedì pomeriggio, esterno Bogliasco, tensione nell’aria e tentativo di conciliazione del tecnico sampdoriano con la gente fuori dal campo. Nel botta e risposta, al tecnico è scappata questa frase infelice, registrata da un tifoso con un cellulare e subito postata sul web. Apriti cielo. Così, alle 10.31 di ieri, a firma di Edoardo Garrone, vicepresidente vicario, sul sito del club è comparso un comunicato: «Mi scuso con il presidente del Genoa, Enrico Preziosi. Nessun tesserato della Samp è autorizzato a esternare pensieri o opinioni che possano risultare offensivi o lesivi dell’immagine di altre società o componenti delle stesse». Ben detto. Ben fatto. Peccato che alcuni «cugini» abbiamo chiesto pure di informare Stefano Palazzi, procuratore federale. Il rapporto di Iachini con il Genoa è, per così dire, tormentato da sempre. Proprio lui (quasi fosse stata una colpa) nel ’97 fu fra i migliori in campo in un Ravenna-genoa (in palio la promozione in A, sfumata, dei rossoblù), ripetendosi da allenatore nel 2005 quando guidava il Piacenza. Sino ad arrivare ai fischi che aveva subìto in Genoa-brescia dell’aprile scorso, «Chiedere a un genoano qualcosa su Iachini è come domandare se è buono l’aglio prima di baciare una ragazza», fu la battuta di Preziosi dopo quella partita. Sorridere, grazie e finiamola qui.