La Gazzetta dello Sport

Iachini e il Genoa: gli insulti le scuse e la procura

- FILIPPO GRIMALDI

«Mister, vogliamo giocare il derby». E Iachini, pronto: «A me lo dici? Con quelle merde». Lunedì pomeriggio, esterno Bogliasco, tensione nell’aria e tentativo di conciliazi­one del tecnico sampdorian­o con la gente fuori dal campo. Nel botta e risposta, al tecnico è scappata questa frase infelice, registrata da un tifoso con un cellulare e subito postata sul web. Apriti cielo. Così, alle 10.31 di ieri, a firma di Edoardo Garrone, vicepresid­ente vicario, sul sito del club è comparso un comunicato: «Mi scuso con il presidente del Genoa, Enrico Preziosi. Nessun tesserato della Samp è autorizzat­o a esternare pensieri o opinioni che possano risultare offensivi o lesivi dell’immagine di altre società o componenti delle stesse». Ben detto. Ben fatto. Peccato che alcuni «cugini» abbiamo chiesto pure di informare Stefano Palazzi, procurator­e federale. Il rapporto di Iachini con il Genoa è, per così dire, tormentato da sempre. Proprio lui (quasi fosse stata una colpa) nel ’97 fu fra i migliori in campo in un Ravenna-genoa (in palio la promozione in A, sfumata, dei rossoblù), ripetendos­i da allenatore nel 2005 quando guidava il Piacenza. Sino ad arrivare ai fischi che aveva subìto in Genoa-brescia dell’aprile scorso, «Chiedere a un genoano qualcosa su Iachini è come domandare se è buono l’aglio prima di baciare una ragazza», fu la battuta di Preziosi dopo quella partita. Sorridere, grazie e finiamola qui.

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