Gerrard di rigore E adesso Mancini deve inseguire
Un altro k.o. per il City in coppa: il Liverpool vince la semifinale d’andata di Carling Cup
Non è aria di Coppe in questa stagione, per il Manchester City: dopo l’eliminazione in Champions League e il 2-3 in casa con il Manchester United nel terzo turno di Coppa d’inghilterra, ecco lo 0-1 con il Liverpool nella semifinale di andata di Carling Cup. Ai Reds basta e avanza un quarto d’ora pirotecnico, culminato nel rigore firmato da Steven Gerrard— terzo gol in quattro gare—, concesso dall’arbitro Mason per un calcione di Savic su Agger. Il City, come era accaduto contro lo United, ha cambiato pelle nella ripresa, passando al modulo 3-5-2 e ha avuto con Aguero l’occasione per trovare l’1-1: la zuccata dell’argentino, ancora una volta tra i più vivi, è stata imprecisa. La crisi Il City ha tirato di più in porta e ha chiuso all’attacco, ma non è facile rinunciare a gente come Silva (infortunato), Yaya e Kolo Touré (con la Costa d’avorio in Coppa d’africa), Kompany (squalificato 4 turni e malinconicamente in tribuna). Se al conto aggiungiamo Balotelli in campo solo 38 minuti e Dzeko giù di forma, ecco spiegate le ragioni di una crisi soprattutto di risultati: 3 sconfitte nelle ultime 4 gare. Mancini è contrariato perché in queste condizioni non sarà facile reggere la concorrenza dello United e del Tottenham in campionato, ma sente soprattutto puzza di bruciato con gli arbitri: «Nel primo tempo abbiamo giocato male, ma dopo sei mesi ad alti livelli può capitare. Non è facile rinunciare a quattro giocatori importanti, ma nella ripresa abbiamo reagito e credo che avremmo meritato il pareggio. C’era forse un rigore a nostro favore e non ho capito come sia stata valutata l’entrata di Johnson su Lescott. Per lo stesso fallo, Kompany contro lo United è stato espulso e ha rimediato quattro giornate di squalifica». Balotelli C’è poi il capitolo Balotelli. Ha giocato meno di un tempo, uscendo per un dolore alla caviglia. È sembrato nervoso— ha sfiorato la rissa con Adam e ha protestato a lungo con l’arbitro— e ha abbandonato il campo con l’aria seccata. La sua vigilia è stata segnata dall’eco dell’intervista rilasciata a L’uomo Vogue: «Mi piace il coro dei tifosi del City, ma la stampa spesso esagera. Purtroppo in Italia le fesserie dei tabloid sono poi riprese ed amplificate senza controllo. Come faccio, sbaglio. Se prendo una Fiat Uno, dicono che uno come me deve girare in Ferrari, ma se poi prendo la Ferrari, scrivono che devo rimanere con i piedi per terra e usare la Fiat Uno. Intervenire sulle questioni sociali? Mi sta bene, purché non si speculi. Quando ho saputo del doppio omicidio razzista di Firenze, ho provato un gran dolore. Fossi stato in Italia, avrei preso posizione pubblicamente. Il razzismo nasce dall’ignoranza più bassa. È sui bambini che bisogna agire, soprattutto a scuola. Il mio futuro? Qui all’inizio non è stato facile, ma ora sto bene. La prima scelta? Tornare in Italia».