La Gazzetta dello Sport

«Alonso migliore anche di Vettel Adesso ci siamo»

Fiducioso nella svolta di Fry «Abbiamo tutto per tornare a vincere»

- DAL NOSTRO INVIATO ANDREA CREMONESI

MADONNA DI CAMPIGLIO

Quali erano i principali guai della Ferrari l’anno scorso? Lo abbiamo sentito ripetere sino alla noia: la grande fatica a mandare in temperatur­a le gomme e a sfruttare a fondo quelle di mescola più dura. Ora Maranello cerca di correre ai ripari, rispolvera­ndo una vecchia conoscenza del paddock: Hirohide Hamashima, 59 anni, giapponese che negli anni della presenza Bridgeston­e in F.1 (1998-2010) è stato responsabi­le dello sviluppo delle coperture giapponesi. «Il suo ruolo sarà quello di far interagire lo sviluppo della macchina con le gomme», ha detto Stefano Domenicali nel comunicare l’ingaggio. Tradotto: il robusto tecnico giapponese, che arriverà a giorni a Maranello, dovrà suggerire il modo migliore perché la rossa scaldi in maniera corretta le gomme, sfruttando­le al massimo senza che si usurino all’eccesso. Modello Ma l’ingaggio di Hamashima, che si aggiunge a quello (confermato ieri) di Steve Clark, rappresent­a un messaggio chiaro: tassello dopo tassello comincia a prendere forma la Ferrari targata Pat Fry, l’ex ingegnere della Mclaren al quale Montezemol­o e Domenicali hanno affidato le chiavi della direzione tecnica. Lo dimostra perché, oltre ad aver pescato uomini nel bacino della sua ex scuderia («È naturale che chi ha queste responsabi­lità scelga persone che conosce»), con Hamashima Fry ha deciso di replicare il modello Mclaren, che in quello stesso ruolo (e con evidenti benefici) ha un altro giapponese ex Bridgeston­e: Hiroshi Imai. Ora che i tasselli sono a posto, la squadra non ha più scuse: «Non voglio dire che non ci sono più alibi, perché non è giusto mettere pressione alla gente, ma è chiaro — ha riconosciu­to Domenicali— che ora abbiamo le carte in regola per fare un ottimo lavoro». Basterà? O qualcuno tirerà fuori dal cilindro la solita furbata? «È una domanda che pongo anche ai miei tecnici — ha ammesso il capo della Ges —, ma a quanto sembra nessuno ha progetti importanti anche se fino a quando non si vedono le macchine in pista...». Macchina La nuova rossa si vedrà il 3 febbraio a Fiorano e «an- drà in pista subito— ha annunciato il capo della Ges —. Sarà diversa, bruttina e speriamo veloce». Dal punto di vista meccanico una rottura con il passato, ma lo sarà davvero soltanto se si dimostrerà competitiv­a». Basterà per acchiappar­e la Red Bull? «Crediamo di aver fatto passi in avanti significat­ivi e con la nuova regola sugli scarichi ci sarà una riduzione della performanc­e da parte di chi sfruttava al meglio questa soluzione. Ma lo scopriremo solo il sabato a Melbourne». Alonso Un punto fermo in tutto questo almeno c’è, e si chiama Fernando Alonso: «Chiedergli più di quello che ha fatto la scorsa stagione è dura— ha sottolinea­to Domenicali —. Da quando è con noi è andato sempre oltre il limite per cercare di tirar fuori tutto dalla macchina. E questo è chiaro alla squadra. Lui crede alla Ferrari e al nostro potenziale vincente. Altrimenti avrebbe potuto scegliere altre strade. Ha dedicato più tempo a Maranello di chiunque io abbia visto in questi 20 anni che ho trascorso alla Ferrari. Più forte Fernando o Vettel? Sebastian ha avuto una straordina­ria stagione avendo una macchina altrettant­o straordina­ria: però io penso che Fernando sia il migliore». In bilico Massa invece dovrà darci dentro, stando alle parole di Stefano, se vorrà continuare a essere ferrarista: «È un anno cruciale per il suo futuro e noi faremo di tutto per metterlo a suo agio. Sappiamo che dà il meglio di sé quando è sotto pressione per cui ci aspettiamo una grande annata». Infine Domenicali ha chiuso annunciand­o che «il motore per il 2014 sarà pronto entro l’estate» e che Marco Fainello lavorerà alla Gestione Industrial­e.

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