La Gazzetta dello Sport

Pesaro non si ferma Roma, ciao alla Coppa

- MARIO CANFORA

Eccola, la squadra più in forma del campionato. Pesaro non dà spettacolo (almeno ieri), soffre da pazzi, ma a Roma fa bingo perché trova l’accesso alla Final Eight di Coppa Italia con una giornata d’anticipo ma soprattutt­o infila la 5a vittoria nelle ultime sei uscite. Ha bisogno di un supplement­are, nel deserto del Palatizian­o, e pure di un po’ di fortuna. «Il nostro è uno dei mestieri più bastardi del mondo, perché se Slokar avesse messo quel tiro sulla sire- na dei tempi regolament­ari, a quest’ora staremmo parlando di tutt’altra storia», dirà Dalmonte, passato in un mese da quasi esonerato a protagonis­ta. Lista nera Già, Slokar. Il suo tiro dall’angolo destro, dai 6 metri, gira beffardame­nte sul ferro, e lìroma capisce che pure stavolta si sarebbe fatta nera, visti i precedenti con i minuti aggiuntivi. Dopo Bologna, Varese e Avellino, si aggiunge alla lista Pesaro, per il quarto schiaffone su quattro nel supplement­are. Ma non può certo recriminar­e più di tanto, e alla fine esce pure tra i fischi e un po’ di persone che se la prendono con Lardo. Gli unici due a salvarsi sono stati il solito, incredibil­e, Kakiouzis (la conferma per il greco fino a fine stagione è scontata) e Tonolli che, spedito subito in quintetto, ha annullato Jones. Il resto poca roba, con Tucker fuori giri e un’inferiorit­à a rimbalzo imbarazzan­te (43-29 per Pesaro, capace di vincere nonostante 24 palle perse!). La Scavolini senza Cusin trova il jolly Lydeka, 22 punti (e 30 di valutazion­e) di White (già 15 al 20’) e i canestri decisivi di Hickman. «Devo inculcare nei miei la capacità di essere sempre aggressivi, senza mai mollare la presa», spiegherà Lardo che dice così ciao al primo obiettivo stagionale, l’atto finale di Coppa Italia, che Roma fallisce per il terzo anno di fila.

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