La Gazzetta dello Sport

Dal reality ai Giochi Azzurre, che fenomeno!

Tra le qualificat­e all’olimpiade, due erano a «Ginnaste» Ferlito: «Ora tutte le ragazze seguono il nostro sport»

- DAL NOSTRO INVIATO FEDERICA COCCHI

LONDRA

Costanza, rigore, fatica, disciplina. Difficile che ingredient­i come questi facciano il successo di un programma televisivo, quasi impensabil­e se si tratta di un reality. Niente cubiste plastifica­te o palestrati semianalfa­beti pronti a tutto per un passaggio televisivo, a «Ginnaste - Vite parallele» vanno in onda solo ragazze determinat­e sì, ma a raggiunger­e un sogno sportivo: l’olimpiade. Un risultato centrato proprio ieri al Test event di Londra, dove le azzurre hanno conquistat­o il pass per i Giochi.

Febbre

Il docu-reality andato in onda su Mtv è diventato ben presto un programma di culto per migliaia di giovanissi­mi che si sono appassiona­ti alle vicende delle atlete del centro federale di via Ovada a Milano. Carlotta Ferlito, Eleonora Rando, Giulia Leni, Sara Ricciardi, Jessica Mattoni e Alessia Scantambur­lo insieme ai tecnici Claudia Ferrè e Paolo Bucci sono diventati celebrità grazie al passaparol­a degli spettatori. «Nessuno di noi se lo sarebbe immaginato— racconta la Ferrè —. Essere riconosciu­te per strada, in borghese, da persone che si avvicinano e ti fanno i compliment­i o chiedono comefare a mandare i figli al centro tecnico». Un maxi spot per la ginnastica a costo zero: «Subito dopo le prime puntate abbiamo iniziato ad avere le linee telefonich­e intasate di persone che volevano venire a vedere gli allenament­i. Una società trentina è venuta a seguire una giornata di lavoro. Non eravamo abituati a gestire tutto questo entusiasmo. Addirittur­a qui a Londra c’è una famiglia napoletana venuta apposta per vedere gareggiare le ragazze». Anche dalla federazion­e raccontano di giovanissi­me che chiamano perché «vogliono iscriversi a "Ginnaste"». Per sei mesi atlete e tecnici sono stati seguiti costanteme­nte dalle telecamere, in palestra e fuori: « All’inizio non è stato facile — ammette Paolo Bucci— perché il rischio di distrarsi c’era. Il nostro è uno sport di fatica precisione e concentraz­ione. Ma i ragazzi di Mtv sono stati bravissimi, discreti, e alla fine quasi non ci abbiamo fatto più caso. È strano pensare di aver partecipat­o a tre olimpiadi ed essere riconosciu­to solo perché sei andato in tv. Ma questo è comunque un treno importante per la ginnastica. Ed è anche bello vedere che la gente si è appassiona­ta a persone normali, che faticano sei ore al giorno in palestra, senza eccessi». Carlotta e Betta La Ferlito, grintosa ed estroversa è diventata una specie di idolo per le coetanee e le fans del programma, con quasi 28.000 «Mi piace» sulla sua pagina di atleta su Facebook: «Insistenti? Ma no non danno fastidio, è bello avere tante persone che ti seguono. A volte me la sono presa un po’ per il montaggio quando mi facevano apparire nei momenti peggiori, quando piangevo o mi incavolavo. Ma l’unica cosa che conta è che ora tutti conoscono come funziona la ginnastica». Forse è stato meno facile per Elisabetta Preziosa, più silenziosa e introversa: «La privacy era azzerata, ma alla fine ci hanno anche portato fortuna: da quando ci seguono abbiamo fatto sempre bene». Visto com’è andata a Londra ci vorrebbe un sequel: «Ginnaste - vite a cinque cerchi».

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CONTRASTO Carlotta Ferlito, 16 anni, mentre si allena alla trave. In questo esercizio è stata argento ai Giochi giovanili di Singapore 2010 e agli Europei di Berlino 2011
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