Come mai ora la Merkel elogia l’italia di Monti?
Il premier sembra aver convinto i tedeschi. E gli ha ricordato i loro errori. La Germania pronta a finanziare il fondo salva Stati
Sembra strano, ma c’è qualche buona notizia. Una è questa: nei primi nove mesi del 2011 (gennaio-settembre, epoca di Berlusconi e soprattutto Tremonti) il rapporto deficit/pil è stato pari al 4,3%, 0,3 punti percentuali in meno del 2010, miglior risultato dal 2008. Particolarmente significativo il terzo trimestre, con un rapporto di 2,7, addirittura inferiore a quello preteso dai parametri di Maastricht. Un’altra buona notizia (fermo restando che lo spread è ancora a 517) è che Monti in Europa sta vincendo la sua partita. L’incontro di ieri con la Merkel è andato molto bene, la Kanzlerin si è dichiarata più disponibile che in passato, soprattutto a mettere soldi nel famoso fondo. Ci sono stati riconoscimenti assai lusinghieri alla velocità con cui il governo ha varato il nuovo sistema pensionistico e si accinge a riformare il mercato del lavoro e a procedere sulla strada delle liberalizzazioni.
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Ma Monti parla tedesco? Il nostro premier parla tedesco con i tedeschi, francese con i francesi e inglese con gli anglosassoni. Prima di incontrare la Merkel ha fatto uscire su Die Welt una sua intervista di quindici cartelle. Molte risposte sono identiche a quelle che ha dato nella conferenza stampa di fine anno e nelle interviste tv a Vespa e a Fazio. Ma c’è anche qualche novità, piuttosto significativa, dato che il presidente del Consiglio si rivolgeva stavolta al pubblico di quel Paese.
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Per esempio? Sono stato colpito dalla franchezza con cui Monti ha ricordato ai tedeschi, tanto rigorosi oggi, che nel 2003, con la Francia, essi hanno preteso di violare le regole della Comunità. «Qual è stato il peggior errore nella Ue degli ultimi dieci anni? Era il 2003 quando Germania e Francia non rispettarono i criteri di Maastricht: è stato un errore enorme! Quindi, i due Paesi non dovrebbero scandalizzarsi più di tanto». E poco dopo: «Di fondamentale importanza per l’europa è l’as- soluto rispetto delle regole. E ciò vale in particolare proprio per i Paesi più forti. Se i Paesi più forti violano le regole – come ha fatto la Germania nel 2003 – poi non ci si può aspettare che gli altri le rispettino. I Paesi più forti hanno una grande responsabilità. In Europa non l’hanno sempre rispettata fino ad ora. E questo lo rivendicheremo».
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La Merkel ha reagito in qualche modo? E come? Nel resto dell’intervista Monti ha spiegato i sacrifici dell’italia e illustrato la velocità con cui s’è proceduto nelle riforme. È necessario che ora l’europa faccia la sua parte – ha aggiunto – aiutandoci a far scendere i tassi d’interesse sul nostro debito. La strada principale per far questo è mettere soldi nel famoso fondo salva Stati. E la Merkel, nella conferenza stampa successiva all’incontro, per la prima volta ha ammesso che gli sforzi saranno fatti, cioè che la Germania è a un tratto disponibile a mettere mano al portafoglio. Senta le sue parole: «La Germania è di- sponibile, se lo faranno anche gli altri Paesi, ad aumentare le risorse a disposizione del fondo salva Stati e vuole concludere rapidamente i negoziati per il fondo permanente. Se fosse necessaria una solidarietà dovremo essere pronti ad agire rapidamente, fermo restando che ognuno deve fare la sua parte». Hapoi aggiunto: «L’italia ha fatto molto sul fronte delle riforme. Le misure adottate sono molto importanti. E a questo punto ognuno dei principali Paesi dell’eurozona dovrà fare la sua parte per la stabilizzazione della moneta unica. Abbiamo concordato che Italia, Francia e Germania si trovino il 20 gennaio a Roma per continuare la collaborazione già avviata. Serve più Europa e non meno Europa in futuro...».
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parte queste belle parole, sul piano concreto? Il risultato più importante è che il rientro dal debito a colpi di 5% all’anno partirà solo nel 2014, come voleva Monti e come aveva voluto anche Tremonti. È certo che all’italia verranno riconosciute correzioni sul calcolo del debito: si terrà conto del grande risparmio delle famiglie e della riforma delle pensioni appena varata che migliora notevolmente i conti del Paese. Si tratterà comunque di sacrifici forti, almeno 20 miliardi di euro l’anno e mantenendo naturalmente il bilancio in pareggio (anche se c’è qualche concessione al deficit in caso di recessione).
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Maquesto Fondo dotato di più soldi potrà poi intervenire sui mercati per sostenere l’euro e il debito dei Paesi membri? Dovrebbe avere la struttura di un Fondo Monetario e dunque essere dotato di capacità d’intervento. Ma sono le cose di cui appunto si discuterà in questi vertici che si susseguiranno a ripetizione nei prossimi giorni.