EFFETTI COLLATERALI
Ha deciso tutto Silvio Berlusconi. Ha parlato con Pato («Preferisco restare») e stoppato Galliani che a Londra stava già mettendosi in tasca Tevez. Il presidente senza poltrona è sceso in campo perché trovava poco vantaggiosa la trattativa che avrebbe portato l’argentino amilano e suo genero a Parigi. Lady Barbara, assicurano i bene informati, non ha avuto nessun ruolo nella vicenda, anzi a lei non sarebbe per nulla dispiaciuto uscire un po’ dai riflettori milanesi. A prendere la decisionenonè stato ilpapàche c’è in Berlusconi, ma l’allenatore (e l’imprenditore) che c’è in lui.
Pur continuando a considerare il Milan un affare di cuore, ha voluto approfondire i termini di un trasferimento che già dal punto di vista tecnico non apprezzava fino in fondo (preferisce Pato a Tevez) e che con il passare del tempo e l’intervento malizioso dell’inter ha perso pure interesse economico. Vendere Pato a soli 28+7 milioni di euro e acquistare il fuorirosa Tevez a 25+3 non lo soddisfaceva per nulla. Non ha trovato per nulla indecente l’offerta di Leo, uno che gli va sempre più di traverso. Non come quando lo convinsero a cedere Kakà al Real Madrid dopo il no al City. Quello che forse Berlusconi ha sottovalutato sono gli effetti collaterali scatenati dal suo intervento: potrebbero essere pericolosi, soprattutto dopodomani all’ora del derby. Perché questo terremoto a tre giorni da una partita scudetto può davvero trasformarsi in una turbativa importante nello spogliatoio dove Pato rientra da trionfatore e Allegri è ancora in attesa di un rinnovo del contratto che desiderava firmare prima di affrontare l’inter. Tra il Papero e il suo tecnico il rapporto è aiminimi sindacali con la complicazione che pure a Ibra il brasiliano non è molto simpatico. Capite voi che se Pato fosse un trascinatore non ci sarebbero problemi. Ad Allegri domenica basterebbe mandarlo in campo al posto di Robinho e vincere il derby sarebbe un gioco da ragazzi. Ma Pato non è esattamente un bulldozer, anzi spesso è più tenero di uno squacquerone che sarebbe poi un formaggio cremoso da mangiare col cucchiaio. Così il Milan alla vigilia del derby si trova con un Galliani spiazzato (ha detto obbedisco, ma con Tevez si era già spinto molto avanti), un Allegri esplosivo (solo oggi si incontra per il contratto e si ritrova Pato tra i piedi), una parte dello spogliatoio delusa (a qualcuno il Papero sta sull’anima). Ad essere contentissimi (oltre a Berlusconi) sono i tifosi. Il 70% di quelli che hanno votato su Gazzetta.it sostengono che il Milan avrebbe fatto male a vendere Pato e il 75% ritiene che il Papero abbia fatto bene a scegliere di restare. Ma gli effetti collaterali non finiscono qui. Perché di derby trattasi e guarda caso l’inter è avversaria in campo, ma anche nella corsa a Tevez. Anzi è stato proprio l’intervento di Moratti a far lievitare le richieste del City e a complicare un’operazione che Galliani sperava di concludere con uno dei suoi soliti magheggi (prendo subito, pago dopo e pago poco). Il Pato stoppato ha rimesso in gioco proprio i cugini. Sul tavolo del City, infatti, c’è sempre l’offerta da 25 + bonus che Branca ha recapitato a Londra la scorsa settimana. Ora, se davvero non scherzava, l’inter potrebbe insistere ed avere dalla società l’autorizzazione a trattare con il giocatore che con il Milan aveva già l’accordo, ma che con i cugini non si era lasciato benissimo la scorsa estate. Nel mondo dei sogni c’è già qualche tifoso che sogna di vedere Tevez con la maglia nerazzurra segnare già domenica sera nel derby. Nel mondo reale c’è la sensazione che da qui al 31 gennaio ne vedremo ancora delle belle. A partire dal derby.