Psg, ecco Maxwell Ma non c’è l’interprete
Milioni come piovesse, nomi altisonanti per futuri trionfi, ambizione sfrenata. Il Paris Saint Germain targato Qatar sogna di diventare una grande d’europa, spendendo senza contare, creando intrighi di mercato. Strategia che garantisce visibilità internazionale, ma che espone anche i punti deboli: un centro di allenamenti inadeguato e qualche leggerezza disarmante nella presentazione di chi poi i trofei deve sudarseli in campo. Militari Milanlab dista anni luce dalcamp des Loges che sorge a Saint Germain en Laye, periferia ovest di Parigi che dà anche il nome al club, e dove ieri Carlo Ancelotti ha aperto per la prima volta alla stampa uno dei suoi allenamenti. I paragoni sarebbero fuori luogo, ma la base dei parigini non offre garanzie alle ambizioni societarie. Ancelotti infatti deve accontentarsi di un paio di campi ritagliati ai margini di una vasta caserma militare, accessibili a tifosi e media lungo un sentiero delimitato da filo spinato che porta a uno stretto edificio, dove la sala stampa ha un imbarazzante problema di areazione indotto da una conduttura fognaria probabilmente difettosa. Certo, tutto in ordine, pulito, impeccabile e rinnovato nel 2008 con un investimento di cinque milioni di euro, ma non è esattamente quello che ci si attenderebbe da una società che mira ai vertici europei sull’esempio di Milan, Barcellona, Real Madrid o Manchester United. Nonstupisce quindi che il Psg voglia trovare una soluzione anche per il Parc des Princes, stadio che dimostra i suoi 39 anni, nonostante il rinnovo parziale del ‘98, finito al centro di tensioni tra il comune proprietario dell’impianto e la società che studia alternative, tra cui il trasloco definitivo allo Stade de France o la costruzione di una nuova struttura. Traduzione E comunque da un club ambizioso come il Psg forse non ci si aspetterebbero neppure scenette comiche durante la presentazione dei giocatori destinati a dare qualità alla rosa di Ancelotti. Ieri al Parc era il giorno di Maxwell, ex Ajax e Inter, prelevato dal Barcellona per circa quattro milioni, fortemente voluto dal d.s. Leonardo che si è dovuto improvvisare traduttore, vista la carenza di quello pagato per l’occasione, sotto lo sguardo attonito del direttore generale Jean Claude Blanc. Forse per questo Ancelotti ha preferito subito comunicare nel suo francese scolastico, ottenendo rispetto e non ilarità.