Pentiti e riscontri: la A nel mirino
Lunedì interrogato il macedone che corrompeva i giocatori. Cassano «Doni ha mentito»
C’è un’apparente quiete a Cremona. Passati gli interrogatori più attesi (come quello di Cristiano Doni), l’attenzione degli inquirenti si sposta su capitoli considerati molto più rilevanti. Quelli che dovrebbero chiudere il cerchio su un’inchiesta partita lo scorso giugno tra mille difficoltà e tante professioni d’innocenza, poi spazzate via da riscontri, accertamenti tecnici, intercettazioni e nuove testimonianze. Aquesto proposito: sarà presto acquisita la deposizione di Garbon Horvat, calciatore di 25 anni: arrestato nel suo Paese, ha iniziato a collaborare con le autorità, raccontando molti particolari sulle partite truccate in Italia dal clan degli zingari (che aveva assoldato anche lui), a cominciare da Lecce-lazio 2-4. Aiuti tecnici Ma c’è un altro aspetto che ha rallegrato il pm in questo inizio del 2012: le tante rivelazioni fatte dal pentito Gervasoni, stanno trovando conferma da una serie di esami. E questo «blinda» la posizione dell’ex difensore: difficile che qualcuno ne possa contestare l’attendibilità. A Cremona stanno arrivando uno dopo l’altro tutta una serie di accertamenti: dai tabulati telefonici alle strisciate delle carte di credito negli alberghi dove ci sarebbero stati i contatti tra gli zingari e i giocatori corrotti. Molte le gare sotto esame, quelle di A più ricorrenti della scorsa stagione sono Genoa-lecce, Lazio-genoa, Lecce-lazio e Palermo-bari. Attività internazionale Altre novità potrebbero arrivare dall’estradizione in Italia di Rade Trajkovski, macedone, arrestato il 19 dicembre scorso ad Atene e atteso oggi all’aeroporto di Fiumicino. Già lunedì potrebbe essere sentito dal gip Guido Salvini per l’interrogatorio di garanzia. Il macedone, che ha precedenti per omicidio, rapina e altri reati, secondo gli inquirenti avrebbe avuto il compito di «penetrare all’interno dei settori calcistici per reclutare e corrompere atleti disponibili a favorire la manipolazione degli incontri calcistici». Trajkovski potrebbe fornire altri elementi utili all’indagine, magari ampliando la lista fatta da Gervasoni dei giocatori corrotti (che presto saranno indagati) e delle partite sospette. Cassano «Sì, il portiere del Piacenza mi ha detto come calcia- re il rigore», così Cristiano Doni al pm durante il suo interrogatorio. L’ex capitano dell’atalanta, non solo aveva ammesso la combine, ma aveva anche chiamato in causa Mario Cassano come complice a parte attiva nella frode. Ieri tramite il proprio legale, l’avvocato Francesco Maresca, il portiere ha precisato: «Non ha mai conosciuto né frequentato Cristiano Doni né tantomeno ha preso accordi in campo con lo stesso per l’esecuzione del rigore nella partita Atalanta Piacenza del 19 marzo 2011. Nego qualsiasi coinvolgimento nei fatti oggetto di indagine da parte della Procura di Cremona, prendendo le distanze dagli indagati che ripetutamente rendono dichiarazioni circa la sua persona».