Sento spesso Balotelli e gli dico di non buttarsi via. E di fumare poco
NEWCASTLE (Inghilterra)
Un saliscendi di colline, il lungofiume ristrutturato di recente, ponti imponenti di ferro e mattoni, molti giovani, la Scozia a 60 miglia, cielo basso e vento che muove le nuvole in un pellegrinaggio senza fine. Davide Santon è finito quassù, a Newcastle, Nord-est dell’inghilterra: un bel posto per ricominciare la carriera. In tre anni, Davide è stato speranza, fenomeno, nuovo Facchetti, infortunato, rotto, perso. E’ finito al Newcastle, passando per Cesena. E’ partito piano, frenato da un problema al solito ginocchio, ma da un mese è titolare e se continua così celebreremo un recupero importante per il nostro calcio. La Newcastle di Santon? «Abito a Jesmond Dean, a dieci minuti dal centro. Esco spesso per fare un giro in città. La tappa fissa è lo Starbucks: cioccolata e caffè. Il primo compagno con il quale ho legato è Coloccini, che parla bene l’italiano. Ora che con l’inglese va meglio, ho rotto il ghiaccio. Divi- do la casa con mio cugino Fabio. Sta cercando una squadra. Giocava in D, nel Legnago, ma gli è saltato il crociato ed è rimasto fermo un anno». Come sta il ginocchio? «Sono guarito. Il mio problema è stato l’inesperienza. Mi ero rotto il menisco esterno del ginocchio destro e ci ho giocato sopra, aggravando la situazione. Se mi fossi fermato, il recupero sarebbe stato più veloce. Hoavuto due operazioni: la prima per rimuovere il menisco, la seconda per fare pulizia». Come è stato ritrovarsi in un frullatore in cui Santon è stato fenomeno, rotto, perso? «Non è stato facile vivere tutte queste cose alla mia età, ma sono riuscito a uscirne fuori. E’ stata un’esperienza importante. Mi ha aiutato a crescere». Il Newcastle sembra la squadragiusta per ungiovane. Ci sono talenticome il portiere olandese Krul, il centravanti senegalesedembaba, il centrocampista ivoriano Tiote. «Pardew vuole gli Under 26. Krul è un fenomeno, diventerà uno dei migliori al mondo. Manchester: l’inter ha venduto i suoi talenti. «Forse l’inter avrebbe dovuto proteggere di più i giovani, ma non sono arrabbiato. Un giorno potrei tornarci. Ora però sto bene qui. Ho firmato per 5 anni, sono felice della scelta». Balotelliè lontano un’ora emezza di auto. «Ci sentiamo al telefono. Presto andrò a trovarlo. Sono contento che gli stia girando bene. Mario può diventare uno dei migliori attaccanti al mondo, deve rendersi conto di quanto sia forte e impegnarsi. Glielo dico sempre: “Mario, non buttarti via”. Gli ho consigliato anche di andarci piano con il fumo». La Nazionale? «Una speranza. Per riconquistarla devo giocare bene. Mi piacerebbe andare all’europeo». Un pensiero sull’italia? «Momento difficile. Il problema più serio è quello dei giovani: disoccupazione, precariato e incertezze sul futuro. Non è bello essere giovani e non avere speranze».