Pea, record e gran difesa «Il mio Sassuolo di ferro»
L’ultimo debuttante rimasto riprende da la corsa verso la A
E’ rimasto lui, il sopravvissuto. Fulvio Pea, che non è scaramantico, accetta la definizione pensando ad Auteri, ultimo dei 6 allenatori debuttanti ad essere esonerato, proprio alla vigilia dell’anticipo di Nocera. «Brutto campo, ambiente caldo. E poi è sempre un rischio affrontare una squadra che ha appena cambiato allenatore». Ma la storia recente fa dimenticare l’incognita dell’avversario: nei quattro anni di B non si era mai visto un Sassuolo così forte. I numeri Più che i punti, comunque molti (40 contro 21: quasi il doppio rispetto a un anno fa...), sono due numeri ad esaltare Pea: «Solo tre sconfitte e solo 15 gol subiti». Perché lui, l’allievo prediletto di Mourinho, non ha mai negato l’importanza di subire poco, meritandosi da Zeman l’ignominioso epiteto di catenacciaro: «La fase difensiva si può costruire col lavoro e l’organizzazione, a centrocampo e in attacco bisogna lasciare spazio alla fantasia, non ingabbiare certi giocatori negli schemi». Pea che da allenatore della Primavera, non si perdeva un allenamento di Mou e poi di Benitez e Leonardo. Pea che non ha mai giocato seriamente a calcio, fermandosi a 19 anni in Prima categoria perché «sudavo e faticavo troppo e allora mi sono messo a studiare». I giovani Ne ha fatta di gavetta, come secondo di Simoni a Mosca, Ancona, Napoli e Siena. Poi alla Lucchese, poi ancora tra i giovani di Inter e Samp, vincendo un po’ tutto: «No, non me l’aspettavo di essere così in