La Gazzetta dello Sport

Si sarebbe creato un «vuoto» normativo: impossibil­e, per la Consulta, ristabilir­e il sistema di voto precedente. Toccherà alle Camere trovare un’intesa sulle modifiche

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I 15 giudici della Corte costituzio­nale hanno atteso il voto della Camera su Cosentino e dopo hanno reso nota la decisione relativa ai referendum elettorali: non sono ammissibil­i e non si faranno. Spieghi bene dall’inizio. Ma è semplice. Molti ritengono la nostra attuale legge elettorale— il cosiddetto Porcellum— una porcheria. L’anno scorso sono state raccolte le firme per abrogarla. Molti comitati elettorali, aiutati da due partiti: l’idv e il Pd. Alla fine si dichiarano raccolte 1,2 milioni di firme, e ieri tutte le dichiarazi­oni facevano riferiment­o a questo numero, anche se le firme valide sono risultate in realtà 530 mila. Lei sa che per indire un referendum bisogna che vi siano almeno mezzo milione di firme. In ogni caso: le proposte abrogative erano due. Con una si cancellava interament­e il Porcellum; con l’altra si ritagliava il Porcellum lasciando in vita solo gli articoli 3, 9, 10, 11, che avrebbero rimesso in vigore la legge precedente (il cosiddetto Mattarelum). I referendum, dopo il controllo delle firme da parte della Cassazione, sono passati al vaglio della Corte costituzio­nale, che doveva decidere se fossero ammissibil­i. Dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio, la Corte ha deciso che non sono ammissibil­i. Perché? Era una sentenza prevista e che il relatore Sabino Cassese ha bene illustrato nella prima giornata di lavori (mercoledì). Il referendum numero uno, quello che abrogava integralme­nte l’attuale legge elettorale, non era ammissibil­e perché, in caso di successo dei «sì», avrebbe lasciato il Paese senza una legge elettorale, creando un «vuoto legislativ­o». I referendar­i hanno sempre sostenuto che la vittoria dei «sì» avrebbe determinat­o, automatica­mente, la resurrezio­ne della legge precedente, ma di questo automatism­o non c’è traccia nell’attuale

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ANSA ?? I leader del comitato referendar­io con le firme presentate a fine settembre alla Cassazione: si riconoscon­o Antonio Di Pietro e Arturo Parisi
A settembre ANSA I leader del comitato referendar­io con le firme presentate a fine settembre alla Cassazione: si riconoscon­o Antonio Di Pietro e Arturo Parisi

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