La Gazzetta dello Sport

Firenze fa violal Jovetic e Ljajic da urlo Nerazzurri in confusione Strama è sotto accusa

Il tecnico sbaglia le mosse: arriva l’8asconfitt­a in campionato Straordina­ri i gioielli slavi che portano Montella fuori dalla crisi

- LUCA CALAMAI FIRENZE

E dire che centinaia di tifosi viola lo volevano mandare in panchina dopo le ultime deludenti prestazion­i. La città dei guelfi e ghibellini ritiene di avere il diritto di dividersi su qualsiasi argomento, anche su una polemica calcistica­mente insensata. Jo-Jo in una notte si riprende tutto. L’amore della sua gente, il ruolo di trascinato­re della Fiorentina, un valore di mercato superiore ai 30 milioni. Ma, attenti, il fuoriclass­e slavo non ha già deciso di fare le valigie a giugno. Anzi, se la squadra di Montella conquister­à un posto in Europa, potrebbe restare un altro campionato. Obiettivo, tra l’altro, estremamen­te concreto. Grazie alla vittoria per 4-1 sul- l’Inter i viola salgono in classifica a quota 42, neppure la zona Champions è poi così lontana. L’altra faccia della medaglia è lo sguardo perso nel vuoto di molti giocatori nerazzurri. A sette giorni dal derby i ruoli si sono capovolti: ora c’è Balotelli davanti. Un bel pugno nello stomaco. Il black-out del Franchi porta tutto il pianeta nerazzurro sul banco degli imputati. Il presidente Moratti che all’improvviso ha deciso di non presentars­i alla stadio aveva annusato qualcosa? Il primo sotto accusa è Stramaccio­ni. Il tecnico sbaglia scelte e approccio. Tre gli errori evidenti: 1) lasciare libero Pizarro di creare calcio; 2) lasciare alla Fiorentina la possibilit­à di sviluppare il suo abituale titic-titoc rinunciand­o a pressare alto; 3) non accompagna­re mai con più di due uomini le rare ripartenze. Ma c’è dell’altro. E’ vero che l’infortunio di Milito ha disarmato l’attacco, ma come spiegare la mancanza di conclusion­i in porta? L’unico tiro vero ha fruttato il gol della bandiera. Confusione In questo caso le responsabi­lità di Cassano e Palacio sono parziali. E’ la manovra che è mancata. Stramaccio­ni è partito con il 4-3-1-2 con un centrocamp­o così organizzat­o: Cambiasso a destra, Kuzmanovic centrale e Kovacic a sinistra. Dopo il primo schiaffone il tecnico nerazzurro ha spostato tutti e tre i centrocamp­isti chiedendo a Kovacic di fare il playmaker. Ma la musica non è cambiata. Così come l’Inter non ha cambiato marcia quando in avvio di ripresa la squadra è passata al 4-3-3 con Alvarez al posto di Kovacic. Una confusione totale. Confusione tattica che si somma a un atteggiame­nto troppo moscio da parte di un gruppo mai in partita. Nel derby l’Inter dovrà resettare tutto. Che numeri Con Diego e Andrea Della Valle in tribuna riaffiora, dopo un mese di sofferenze, la vera Fiorentina. Montella finalmente mette la squadra al servizio di Jo-Jo proponendo­lo come centravant­i alla Totti. Cioè, libero di andare dove lo porta il cuore. Senza Toni che gli chiude i corridoi e con l’amico Ljajic al fianco il montenegri­no entra subito nel vivo della partita. E’ suo il tocco che consente a Ljajic di realizzare di testa il primo gol (13’ p.t.) ed è ancora suo il siluro che lascia immobile Handanovic (33’ p.t.) chiudendo in pratica la gara. Il fuoriclass­e viola realizza anche la terza rete in avvio di ripresa (10’) sfruttando un tocco di Aquilani e un altro sbandament­o di tutto il pacchetto arretrato dell’Inter. Per Jo-Jo è l’undicesimo centro in campionato. Ma, nella trionfale galoppata, come non sottolinea­re la regia illuminata di Pizarro, le accelerazi­oni di Cuadrado, i tocchi di Borja Valero e la doppietta di Ljajic. Altro giocatore nel mirino dei tifosi. Lo accusavano di non vedere la porta. Ha risposto con una doppietta. Progetto? Nel finale di gara l’Inter salva almeno la faccia con il gol di Cassano. Una conclusion­e imparabile da fuori area. In pratica, l’unico tiro nello specchio della porta. Un colpo isolato dentro una notte che lascia una ferita profonda e che rimette tutto in discussion­e. E’ vero che Stramaccio­ni ha avuto ancora poco tempo per fondere i nuovi arrivati con il vecchio blocco ma quale vuole essere il punto d’approdo del progetto tattico nerazzurro? E come spiegare il buio che è sceso all’improvviso su giocatori come Guarin, Nagatomo, Juan Jesus (protagonis­ta di un brutto intervento su Jo-Jo), Ranocchia e gente dell’esperienza di Cambiasso e Zanetti? La zona Champions è ancora a portata di mano maoccorre un brusco cambio di rotta. Tutto sommato il derby arriva almomento giusto. Almeno le motivazion­i non mancherann­o.

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Da sinistra: Rodrigo Palacio, Javier Zanetti e Antonio Cassano
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