La Gazzetta dello Sport

C’è l’effetto Diego per Jo-jo e Ljajic: «La partita perfetta»

Il patron: «Mio fratello Andrea mi ha detto che porto fortuna». E le punte riscattano un 2013 fin qui in ombra

- DAL NOSTRO INVIATO LUCA TAIDELLI FIRENZE

«La gente si aspetta che Jovetic segni due gol a partita, ma io sono contento del suo contributo. Certo, può finalizzar­e di più...». Mago Montella fa giocare a memoria la Viola nella serata in cui torna al Franchi Diego Della Valle e le sue parole della vigilia avevano la vista lunga. In tre su quattro Jo-Jo, che contro l’Inter non aveva mai fatto centro, estrae dal cilindro la partita perfetta e mette il silenziato­re ai borbottii di una parte di piazza che lo credeva svogliato e indisponen­te. Lo stesso Mihajlovic, che lo conosce bene, spiegava che se le cose non sarebbero cambiate a fine stagione il genio montenegri­no sarebbe andato a sfregare la sua lampada altrove. Lui ha fatto parlare il campo ed è entrato in tre delle quattro reti viola. Spizzando il cross di Pasqual ha prima aperto la strada a Ljajic per l’1-0, poi creato il raddoppio con una magia che solo i grandi possono pensare. E soprattutt­o eseguire. Dopo aver fintato un tacco per chiudere un triangolo con Aquilani, si è portato la palla sul destro e dal limite ha disegnato la parabola perfetta. Un Picasso al cui confronto la rete del 3-0 pareva una «crosta», con un pasticcio di Nagatomo, un rimpallo su Kuzmanovic e un tacco illuminato di Aquilani a spalancarg­li la porta. Ma il campione è tale anche perché sa sentire la zolla giusta e indurre all’errore avversari terrorizza­ti dal suo movimento su tutto il fronte d’attacco, mai banale e senza perdere un pallone. Da punta centrale E quanto Jo-Jo si senta l’ombelico del progetto viola lo dimostrano la standing ovation del Franchi quando al 72’ lascia il posto ad El Hamdaoui, come lui vada a cercare i compagni uno ad uno a fine gara per abbracciar­li e a fine interviste lanci la maglia ai tifosi ancora in adorazione. «C’è stata una scossa importante dopo un inizio 2013 non bello — racconta Jo-Jo, che però da vero leader guarda già avanti —. Ringrazio il pubblico, ma ora non dobbiamo accontenta­rci. Andiamo a vincere a Bologna. Questa volta ho giocato da punta centrale e ho cercato di più la profondità. È una posizione che di solito non amo perché in genere mi piace avere la palla fra i piedi. È andata bene. Dedico questa serata alla mia famiglia che mi è sempre stata vicina. Sono davvero contento». E ora torna a ridere anche la classifica. «Al terzo posto credevamo anche prima. Ci serve solo più continuità». E che Ljajic! Ma il duello in salsa slava è stato un trionfo, oltre che per la tenuta stagna di Tomovic e Savic, anche per le fiammate di Adem Ljajic. Il baby serbo, famoso per la zuffa con Delio Rossi, ha raddoppiat­o in un sol colpo il suo bottino stagionale, che prima era fermo al centro contro la Lazio. Una coppia esplosiva, brava a dialogare e non dare mai punti di riferiment­o ai difensori interisti, finiti letteralme­nte centrifuga­ti. DDVe Renzi ironico Una festa cui ha presenziat­o dopo tre anni Diego Della Valle, seduto in tribuna d’onore tra il fratello Andrea («Mai visto una partita così bella») e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Così il patron: «Gran gioco e vittoria. Serata perfetta, non è mancato nulla. Il calcio che piace a noi, il gioco di Montella piace a tutti. La mia presenza? Mio fratello mi ha detto che porto fortuna. La7 e stadio? In una notte così si può parlare solo della gara». Renzi invece se l’è cavata con una battuta, twittando un «non c’è che dire: partita equilibrat­a...».

 ?? INSIDE-ANSA ?? Sorrisi convinti per Diego Della Valle in tribuna con il fratello Andrea, presidente onorario, al termine della partita. A sinistra Stevan Jovetic, 23 anni, abbraccia Adem Ljajic, 21: due gol a testa
INSIDE-ANSA Sorrisi convinti per Diego Della Valle in tribuna con il fratello Andrea, presidente onorario, al termine della partita. A sinistra Stevan Jovetic, 23 anni, abbraccia Adem Ljajic, 21: due gol a testa

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