Nella corsa scudetto tra Juve e Napoli la variabile è l’europa
I bianconeri pagano gli straordinari gli azzurri soffrono a livello mentale
sera, dopo lo zero (a uno) sul campo della Roma, tirava brutta aria alle spalle della Juventus. Ieri pomeriggio, dopo lo zero (a zero) contro la Sampdoria, il ventaccio della rimonta è stato declassato a venticello, troppo leggero per le speranze del Napoli. Occasione sprecata, si dice in questi casi, perché la squadra di Mazzarri è arrivata soltanto a - 4 dai campioni d'Italia, invece del sognato -2. E siccome non c'era paragone pensando alle rispettive difficoltà di ripartenza, contrariamente a quanto dice la classifica, la sfida a distanza segna un punto a favore della Juventus, almeno a livello psicologico. Scampato il pericolo di ritrovarsi il Napoli 2 piani sotto come era già accaduto a fine novembre, guarda caso dopo la penultima sconfitta sul campo del Milan, la Juventus adesso potrà rifiatare in una settimana senza impegni, al termine della quale riceverà il Siena. Il Napoli, invece, sarà costretto - è il caso di dirlo dopo lo 0-3 dell'andata in Europa League - a giocare giovedì nella Repubblica Ceca e poi lunedì a Udine, prima del confronto diretto con la capolista il venerdì successivo. Facile, quindi, individuare nell’Europa, prima che nel terreno del San Paolo, o nei giorni di recupero, la scomoda variabile sulla strada delle due squadre in lotta per lo scudetto. Sarà una semplice coincidenza, madopo la prima partita a eliminazione diretta in coppa, Juventus e Napoli non segnano in campionato. Non era mai successo contemporaneamente e in particolare non era mai successo che la squadra di Mazzarri, malgrado l'ampio turnover, rimanesse senza gol in casa. E' vero che dopo quel brutto primo tempo con un provvidenziale salvataggio di Behrami sulla linea, soltanto il palo nega il gol ad Hamsik, ed è anche vero che la Sampdoria (in 10) aveva battuto la Juventus a Torino, ma al di là degli episodi il Napoli sembra incapace di reggere, soprattutto a livello mentale, il doppio impegno campionato-coppa. Mentre la Juve dà l'impressione di pagare gli straordinari di Champions a livello fisico, come si è visto nelle identiche sconfitte (0-1) con Milan e Roma, dopo gli identici successi (3-0) con Chelsea e Celtic. Premesso che le migliori squadre italiane degli ultimi vent’anni, il Milan di Capello e la Juventus di Lippi, erano state in grado di correre sino alla fine su entrambi i fronti, disputando ben tre finali di Champions consecutive a testa dal 1993 al 1998 (!), se non ci saranno ribaltoni al ritorno, l'Europa potrebbe continuare a «distrarre» soltanto la Juve diventando una preziosa alleata del Napoli, che giocherà il confronto diretto in casa, dove ha ottenuto più punti di tutti (30) insieme con la Fiorentina. Basta questa considerazione per ritenere ingenerosi i fischi del pubblico, che dovrebbe apprezzare i progressi della squadra, mai così in alto nemmeno due anni fa, quando aveva 2 punti meno di oggi ed era seconda a -3 dal Milan, nel miglior campionato con Mazzarri. E' vero che la parziale eclissi di Cavani, senza gol nelle ultime 5 partite, compresa quella con l'Uruguay, è la punta dell’iceberg di un generale appannamento dell’attacco, ma un anno fa anche la Juve calò tra gennaio e febbraio facendosi scavalcare dal Milan, prima dello sprint finale. Ecco perché, smaltite le ultime emozioni che come sempre condizionano i giudizi, la corsa per lo scudetto rimane apertissima. E a maggior ragione è spalancata quella per il terzo posto, in cui il lanciatissimo MilanBal scavalca per la prima volta l'Inter, umiliata da una splendida Fiorentina.