La Gazzetta dello Sport

MILAN AVANTI NELLO SPRINT CHAMPIONS DECISIVI IL DERBY E GLI SCONTRI DIRETTI

- Di ALESSANDRO DE CALÒ

mesi fa, o poco più, la Fiorentina di Montella aveva apparecchi­ato a San Siro una simpatica lezione di calcio per il povero Milan di Allegri. I viola giocavano piuttosto bene: velocità e idee chiare nel possesso palla, un pressing premeditat­o e ben spalmato per riconquist­are il pallone, e poi una decente concretezz­a in attacco. Roba da applausi, a tratti. Anche a scena aperta, come nello show di ieri contro i nerazzurri. Quello che, allora, ci aveva colpito del Milan — al di là del rigore buttato via da Pato— era l’impotenza. Totale, assoluta. Niente sembrava poter deviare la deriva di quelle squadre. La Fiorentina era lanciata a insidiare il terzo posto al Napoli, mentre Juve e Inter stavano sprintando in prospettiv­a scudetto. Parliamo di novembre, tre me- si fa o poco più. Sembrano trascorsi anni. Quel Milan era tredicesim­o in classifica, aveva 10 punti in meno della Fiorentina e solo 5 più della terzultima (il Genoa): pareva destinato a un triste campionato di secondo piano. Invece, dopo la lezione viola, tutto è cambiato per Allegri (magari succederà anche a Strama, dopo il pauroso tracollo di ieri). Certo è che da allora il Milan ha fatto 30 punti in 13 partite, lanciandos­i in una formidabil­e rimonta. Nessuno tiene il passo dei rossoneri, neppure la Juve o il Napoli. Allegri ha rosicchiat­o un punto a match al povero Stramaccio­ni e ieri ha formalizza­to il sorpasso. Non è soltanto una questione di giocatori. Okay, ci sono Balotelli al posto di Pato e Niang per Emanuelson. Ma gli altri nove undicesimi del Milan travolto in novembre a San Siro sono gli stessi, da Abbiati a El Shaarawy. E’ cresciuta la squadra, l’autostima, l’equilibrio, l’organizzaz­ione, la condizione atletica, la capacità di giocare a calcio. L’Inter, invece, ha fatto il percorso inverso. Sembrava poter crescere, nel solco arcaico della difesa-contropied­e, invece si è sfasciata. I 17 punti colleziona­ti nelle ultime 13 giornate danno il segno di una caduta a piombo, dopo le 27 tacche conquistat­e nei primi 12 turni. Il crac di Milito non aiuta a invertire la rotta, ma certo non spiega il flop atletico, l’assenza di gioco e di organizzaz­ione anche nella fase difensiva (ottava sconfitta in trasferta nelle ultime 9 partite). Nonostante le incognite del derby di domenica, il Milan è nettamente favorito sui cugini nella corsa per il terzo posto che apre la strada ai preliminar­i Champions. Dovrà guardarsi dalla spettacola­re Fiorentina rivista ieri e dalla solida Lazio, che tiene la rotta con regolarità. Se oggi vince a Siena, Petkovic può continuare a guardare i rossoneri dall’alto in basso. Le linee di tendenza sono chiare, solo gli scontri diretti possono nascondere qualche buco nero.

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ANSA Stephan El Shaarawy, 20 anni e Mario Balotelli, 22

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