MILAN AVANTI NELLO SPRINT CHAMPIONS DECISIVI IL DERBY E GLI SCONTRI DIRETTI
mesi fa, o poco più, la Fiorentina di Montella aveva apparecchiato a San Siro una simpatica lezione di calcio per il povero Milan di Allegri. I viola giocavano piuttosto bene: velocità e idee chiare nel possesso palla, un pressing premeditato e ben spalmato per riconquistare il pallone, e poi una decente concretezza in attacco. Roba da applausi, a tratti. Anche a scena aperta, come nello show di ieri contro i nerazzurri. Quello che, allora, ci aveva colpito del Milan — al di là del rigore buttato via da Pato— era l’impotenza. Totale, assoluta. Niente sembrava poter deviare la deriva di quelle squadre. La Fiorentina era lanciata a insidiare il terzo posto al Napoli, mentre Juve e Inter stavano sprintando in prospettiva scudetto. Parliamo di novembre, tre me- si fa o poco più. Sembrano trascorsi anni. Quel Milan era tredicesimo in classifica, aveva 10 punti in meno della Fiorentina e solo 5 più della terzultima (il Genoa): pareva destinato a un triste campionato di secondo piano. Invece, dopo la lezione viola, tutto è cambiato per Allegri (magari succederà anche a Strama, dopo il pauroso tracollo di ieri). Certo è che da allora il Milan ha fatto 30 punti in 13 partite, lanciandosi in una formidabile rimonta. Nessuno tiene il passo dei rossoneri, neppure la Juve o il Napoli. Allegri ha rosicchiato un punto a match al povero Stramaccioni e ieri ha formalizzato il sorpasso. Non è soltanto una questione di giocatori. Okay, ci sono Balotelli al posto di Pato e Niang per Emanuelson. Ma gli altri nove undicesimi del Milan travolto in novembre a San Siro sono gli stessi, da Abbiati a El Shaarawy. E’ cresciuta la squadra, l’autostima, l’equilibrio, l’organizzazione, la condizione atletica, la capacità di giocare a calcio. L’Inter, invece, ha fatto il percorso inverso. Sembrava poter crescere, nel solco arcaico della difesa-contropiede, invece si è sfasciata. I 17 punti collezionati nelle ultime 13 giornate danno il segno di una caduta a piombo, dopo le 27 tacche conquistate nei primi 12 turni. Il crac di Milito non aiuta a invertire la rotta, ma certo non spiega il flop atletico, l’assenza di gioco e di organizzazione anche nella fase difensiva (ottava sconfitta in trasferta nelle ultime 9 partite). Nonostante le incognite del derby di domenica, il Milan è nettamente favorito sui cugini nella corsa per il terzo posto che apre la strada ai preliminari Champions. Dovrà guardarsi dalla spettacolare Fiorentina rivista ieri e dalla solida Lazio, che tiene la rotta con regolarità. Se oggi vince a Siena, Petkovic può continuare a guardare i rossoneri dall’alto in basso. Le linee di tendenza sono chiare, solo gli scontri diretti possono nascondere qualche buco nero.