La Gazzetta dello Sport

AI MONDIALI DOMINATI DAGLI AMERICANI GLI AZZURRI SONO APPENA SUFFICIENT­I

- Di PIERANGELO MOLINARO

Mondiali di Schladming si chiudono con il trionfo degli Stati Uniti in vetta al medagliere (davanti all’Austria), squadra che ha saputo far fronte alla gravissima perdita nella prima giornata di gare della sua regina, Lindsey Vonn, gravemente infortunat­a per la nebbia e la neve molle di un superG pomeridian­o. L’Italia torna a casa con tre medaglie, gli argenti in discesa di Dominik Paris e di Nadia Fanchini, ed il bronzo di Manfred Moelgg in gigante. Poco? Nondobbiam­o tenere come punto di riferiment­o le 6 medaglie di due anni fa a Garmisch, dove tutto ci girò incredibil­mente bene ed il solo Innerhofer tornò a casa con tre trofei. Questo ruolo a Schladming l’ha recitato la Francia, terza nel medagliere, che, dopo una stagione in Coppa del Mondo in ombra, è salita su tre dei suoi 4 podi con autentici outsider. Dove sta la differenza? Semplice: gare secche come quelle iridate possono regalare sorprese, ma sono fatte su misura per i campioni veri, quelli che nel momento importante non tradiscono. Gli Stati Uniti sono una piccola squadra, ma solo di match winner o potenziali tali. Come definire Ted Ligety, che ha messo in tasca tre medaglia d’oro, e quel gioiellino di 17 anni che risponde al nome di Mikaela Shiffrin? OHirscher che a 23 anni è già capa- ce di portare sulle spalle un paese intero? Gente che punta al sodo, che non affoga nelle responsabi­lità e nell’emozione, ma nella gara si diverte, la vive come una liberazion­e dopo tanto allenament­o, come facevano Tomba e la Compagnoni. Se dobbiamo dare un voto a questa Italia non si può andare oltre il sei. Tre medaglie non sono poche, ma le attese erano diverse alla vigilia. Si sperava, visti i risultati in stagione, in una medaglia d’oro o almeno un altro podio nella velocità, ma siamo stati fra i penalizzat­i di un superG molto più vicino ad un gigante che a una discesa. Certo, il buco di Innerhofer. Ma le due vittorie nelle discese di Coppa non devono far dimenticar­e la sua preparazio­ne sommaria per il mal di schiena. La vera delusione è la squadra di slalom, una squadra che ora in umiltà deve analizzare l’accaduto, scoprire gli errori e cercare di ripartire. Punti positivi sono la conferma del talento di Paris, che, con l’argento in una discesa difficile come quella di questi Mondiali, si preannunci­a come il più forte discesista del futuro, il recupero di un’atleta importante come Nadia Fanchini e la scoperta di Sofia Goggia, una potenziale prossima vincente che dovremo crescere con cura e pazienza. La stagione non è comunque finita, abbiamo due azzurri ancora in corsa per la Coppa delMondo della discesa, Paris e Innerhofer, un trofeo prestigios­o che non abbiamo mai vinto.

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