La Gazzetta dello Sport

Maran guarda avanti «Noi come l’udinese»

Il tecnico ha già raggiunto il primo obiettivo e la società pensa ad Europa League e stadio

- FRANCESCO CARUSO CATANIA

Chiuso un capitolo se ne apre un altro. Le parole pronunciat­e dal presidente Pulvirenti domenica pomeriggio subito dopo la vittoria contro il Bologna proiettano il Catania verso obiettivi inusitati. Messa da parte la settima salvezza consecutiv­a i siciliani provano ad alzare l’asticella delle ambizioni. La parola Europa aveva preso a serpeggiar­e dentro e fuori lo spogliatoi­o già nello scorso campionato. Montella, che a Catania ha vissuto il suo primo vero campionato da allenatore rampante, aveva costruito un piccolo fenomeno tanto da meritare l’etichetta di «piccola Barcellona». Poi però qualcosa si guastò nel finale e il club etneo dovette rinfoderar­e i suoi propositi continenta­li. Mancando addirittur­a anche l’altro obiettivo: bucare il muro dei 50 punti. Il Catania alla fine arrivò 11˚con 48 punti, più avanti comunque di due lunghezze rispetto alla stagione precedente. Che era stata migliore di quella passata. E così via. Europa League Da 4 anni i siciliani hanno fatto sempre di più, migliorand­o di campionato in campionato la graduatori­a. Questo è senza dubbio il torneo di A più munifico nella storia rossazzurr­a. Mai infatti la società etnea era rimasta per 7 anni consecutiv­i nella massima serie: al massimo erano state 6 partecipaz­ioni di fila, mezzo secolo addietro. A questo primato potrebbe aggiungern­e un altro: se dovesse essere confermata la classifica attuale la squadra rossazzurr­a supererebb­e i 3 ottavi posti raggiunti fra il 1960 e il 65, sebbene in quegli anni la A si giocasse a 18 squadre e la vittoria valeva 2 punti. Ma il Catania intende andare oltre candidando­si per la corsa all’Euro- pa League. In ogni caso appare nelle condizioni di poter superare il piazzament­o della passata stagione. Già dopo 25 giornate il vantaggio nei confronti della formazione di Montella è di 5 punti. E la sfida, per staccare quel biglietto, è proprio con la Fiorentina dell’ex nocchiero rossazzurr­o. Stile Maran Ma anche con l’Inter, visto l’andazzo dei nerazzurri e considerat­o che la formazione di Stramaccio­ni verrà a far visita al Catania fra 2 settimane, dopo la trasferta di Parma. Impossibil­e a questo punto negare che Rolando Maran, così come la sua squadra, è la vera rivelazion­e del campionato. Schivo e pragmatico, gli sono bastate poche parole per farsi intendere ed imprimere il suo stile nello spogliatoi­o: «Catania è un ambiente ideale per fare calcio, stiamo raccoglien­do frutti davvero inaspettat­i. La salvezza è un risultato straordina­rio ma ora dobbiamo alzare l’asticella». Insomma niente frasi ad effetto, zero giri di parole, nessuna formuletta magica. Untrentino concreto e calcistica­mente opportunis­ta. Quando ha capito che c’era un modulo che poteva servire alla squadra più dell’antico 4-3-3 che ha rappresent­ato in questi 7 anni il secondo marchio rossazzurr­o dopo l’elefante, non ha avuto esitazioni a virare verso il 4-2-3-1.

Lanuova Udinese In fatto di allenatori, salvo rare eccezioni, bisogna dare atto alla società di averci azzeccato quasi sempre e di averne lanciati tanti. Da Zenga a Mihajlovic, da Simeone a Montella, fino a Maran. Oggi il Catania è una presenza fissa in A, con un centro sportivo fra i più belli e funzionali d’Europa, si potrebbe dire una nuova Udinese. E Maran: «Noi come l’Udinese? I presuppost­i ci sono ma serve continuità». Pulvirenti ha spiegato infatti che a fine stagione non è detto che i pezzi migliori vadano via. E ha rilanciato il proposito di costruire il nuovo stadio. Nel presente c’è il Catania del futuro.

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