Maran guarda avanti «Noi come l’udinese»
Il tecnico ha già raggiunto il primo obiettivo e la società pensa ad Europa League e stadio
Chiuso un capitolo se ne apre un altro. Le parole pronunciate dal presidente Pulvirenti domenica pomeriggio subito dopo la vittoria contro il Bologna proiettano il Catania verso obiettivi inusitati. Messa da parte la settima salvezza consecutiva i siciliani provano ad alzare l’asticella delle ambizioni. La parola Europa aveva preso a serpeggiare dentro e fuori lo spogliatoio già nello scorso campionato. Montella, che a Catania ha vissuto il suo primo vero campionato da allenatore rampante, aveva costruito un piccolo fenomeno tanto da meritare l’etichetta di «piccola Barcellona». Poi però qualcosa si guastò nel finale e il club etneo dovette rinfoderare i suoi propositi continentali. Mancando addirittura anche l’altro obiettivo: bucare il muro dei 50 punti. Il Catania alla fine arrivò 11˚con 48 punti, più avanti comunque di due lunghezze rispetto alla stagione precedente. Che era stata migliore di quella passata. E così via. Europa League Da 4 anni i siciliani hanno fatto sempre di più, migliorando di campionato in campionato la graduatoria. Questo è senza dubbio il torneo di A più munifico nella storia rossazzurra. Mai infatti la società etnea era rimasta per 7 anni consecutivi nella massima serie: al massimo erano state 6 partecipazioni di fila, mezzo secolo addietro. A questo primato potrebbe aggiungerne un altro: se dovesse essere confermata la classifica attuale la squadra rossazzurra supererebbe i 3 ottavi posti raggiunti fra il 1960 e il 65, sebbene in quegli anni la A si giocasse a 18 squadre e la vittoria valeva 2 punti. Ma il Catania intende andare oltre candidandosi per la corsa all’Euro- pa League. In ogni caso appare nelle condizioni di poter superare il piazzamento della passata stagione. Già dopo 25 giornate il vantaggio nei confronti della formazione di Montella è di 5 punti. E la sfida, per staccare quel biglietto, è proprio con la Fiorentina dell’ex nocchiero rossazzurro. Stile Maran Ma anche con l’Inter, visto l’andazzo dei nerazzurri e considerato che la formazione di Stramaccioni verrà a far visita al Catania fra 2 settimane, dopo la trasferta di Parma. Impossibile a questo punto negare che Rolando Maran, così come la sua squadra, è la vera rivelazione del campionato. Schivo e pragmatico, gli sono bastate poche parole per farsi intendere ed imprimere il suo stile nello spogliatoio: «Catania è un ambiente ideale per fare calcio, stiamo raccogliendo frutti davvero inaspettati. La salvezza è un risultato straordinario ma ora dobbiamo alzare l’asticella». Insomma niente frasi ad effetto, zero giri di parole, nessuna formuletta magica. Untrentino concreto e calcisticamente opportunista. Quando ha capito che c’era un modulo che poteva servire alla squadra più dell’antico 4-3-3 che ha rappresentato in questi 7 anni il secondo marchio rossazzurro dopo l’elefante, non ha avuto esitazioni a virare verso il 4-2-3-1.
Lanuova Udinese In fatto di allenatori, salvo rare eccezioni, bisogna dare atto alla società di averci azzeccato quasi sempre e di averne lanciati tanti. Da Zenga a Mihajlovic, da Simeone a Montella, fino a Maran. Oggi il Catania è una presenza fissa in A, con un centro sportivo fra i più belli e funzionali d’Europa, si potrebbe dire una nuova Udinese. E Maran: «Noi come l’Udinese? I presupposti ci sono ma serve continuità». Pulvirenti ha spiegato infatti che a fine stagione non è detto che i pezzi migliori vadano via. E ha rilanciato il proposito di costruire il nuovo stadio. Nel presente c’è il Catania del futuro.