La Gazzetta dello Sport

Inter, le colpe sono anche dei giocatori

- Di LUIGI GARLANDO

ha ammesso le sue colpe, quelle della dirigenza sono da tempo sotto gli occhi di tutti: dalla sciagurata gestione di Sneijder a Livaja ceduto senza prendere un’altra punta di ruolo. Così tanti e così esposti i responsabi­li dei guai nerazzurri che la squadra è scivolata curiosamen­te immune, protetta dagli alibi, fasciata come un cristallo in uno scatolone da trasloco. Dopo Firenze, forse è il caso di aprire lo scatolone. Perché se 10 giocatori perdono 10 scontri diretti con l’avversario (Handanovic l’eccezione), forse la colpa non è solo del mercato, del modulo e delle coppe, forse c’entra anche l’atteggiame­nto in campo. L’Inter è arrivata a Firenze in treno, come un’allegra classe liceale in gita con il preside (Moratti). Foto, sorrisi, bello. Il guaio è che il clima goliardico è durato il giorno dopo. Riguardate­vi le immagini Sky. Durante il riscaldame­nto di una partita decisiva per la stagione, Cassano aveva la mano sulla bocca per non scoppiare a ridere, scherzavan­o anche Zanetti e Cambiasso. A Bonucci e Vidal non succede mai. Incomprens­ibile la serena rassegnazi­one con cui la squadra, come a Siena, si è consegnata all’umiliazion­e senza una reazione rabbiosa dopo i gol, senza isterie comprensib­ili. Guarin vagava svampito come Pippo di Topolino. Ranocchia non ha mai dismesso il suo incedere elegante, da bravo tra i mediocri, ma ogni volta che qualcuno s’infilava tra lui e Juan Jesus, arrivava in porta. Comeil romanista Florenzi e tanti altri. Serviva altro impeto, il pugnale tra i denti. Era uno scontro diretto per la Champions, lo snodo della stagione, era gradito un regalo allo sfortunato Milito: le motivazion­i per i nerazzurri non mancavano certo. E’ mancata la risposta. E il leader di campo, capace di reggere il timone nella tempesta. Zanetti è un monumento, un’eternità scolpita sulla fascia, ma non sarà mai un trascinato­re di cuori. Tutta colpa della stanchezza di coppa, come ha teorizzato Strama per proteggere la ciurma? O nell’affanno atletico c’entra anche il fatto che l’Inter è stata l’ultima a ritornare al lavoro dopo le Feste? Difficilme­nte Conte, che stamattina tira giù dal letto la Juve per strigliarl­a alle 8, avrebbe concesso gli argentini di fare in patria il churrasco di Capodanno. Firenze ha dimostrato che Zanetti non può più fare la fascia e che Cambiasso può fare l’interno-incursore solo contro squadre chiuse che gli risparmian­o una fase su due. Umiliazion­i come quelle di Firenze possono servire solo se si guarda in faccia alla realtà e si progetta il futuro in modo spietato, badando più alle ragione tecniche e meno ai debiti del sentimento. I Kovacic e i Benassi hanno fame di futuro e resistenza alla fatica. E’ un atto d’amore anche rinunciare alla pretesa di esserci sempre. Lo spogliatoi­o nerazzurro, come il volgo disperso dell’Adelchi, ha visto passare diversi allenatori negli ultimi anni. I più (tutti incapaci?) si sono presi colpe, insulti e hanno salutato. L’inesperto Stramaccio­ni, troppo morbido e spesso in confusione, rischia la stessa fine. Ai giocatori, defilati, sono stati risparmiat­i processi plateali. Il derby di domenica sembra fatto apposta per chiamare fuori la squadra, per uscire dagli alibi protettivi di un baby-allenatore, per un’assunzione comune di responsabi­lità, per dare tutto e qualcosa di più, per riconquist­are un popolo avvilito e spaventato da Balotelli.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy