La Gazzetta dello Sport

Terranova record C’è la sua mira nel Sassuolo da A

Nessun difensore ha mai segnato 7 rigori inB «Io i gol devo evitarli, maadesso mi diverto...»

- ROBERTO PELUCCHI

Bisognereb­be chiamarlo Emanuele Terra-aria, per le «bombe» che tira dal dischetto. Terranova, 25 anni, siciliano di Mazara del Vallo, città di pescatori, è il più piccolo della famiglia, quindi il più coccolato da mamma Lilla e papà Paolo. Di profession­e fa il difensore, ma è il miglior realizzato­re del Sassuolo capolista, sempre più vicino alla Serie A (+11 sul Verona, terzo). Ha segnato nove gol, come Boakye, sette dei quali su rigore. Sarebbero stati otto se non gli avessero «scippato» quello di Terni (la palla aveva preso la traversa ed era entrata, l’arbitro ha fatto proseguire e ha segnato Magnanelli). Negli ultimi 40 anni in Bnessun difensore ha mai segnato così tanto dagli undici metri. Terranova, quindi, è un fenomeno da studiare. «Non sapevo di questo primato - dice - e neppure mi aspettavo di segnare così tanto. In spogliatoi­o ne abbiamo parlato e ci siamo fatti una risata. Sono orgoglioso e felice. Il gol con lo Spezia lo dedico al mio nipotino Giuseppe di 10 anni, il figlio di mia sorella Loredana». Come nasce Terranova rigorista? «Già da ragazzino mi divertivo a tirarli. A Frosinone e la scorsa stagione, qui al Sassuolo, ero il vice rigorista, dietro a Sansone». uno è destro oppure sinistro, come si muove. Quando vado sul dischetto, però, penso soltanto ad angolare il più possibile il tiro».

Finora, è andata bene. «Peccato per il rigore di Terni. Valentini a Vercelli invece è stato bravo a pararmi il primo rigore. E aveva intuito anche il secondo, ma la palla è entrata». In estate la voleva il Torino, a gennaio si è parlato di Genoa e Napoli. Perché è rimasto a Sassuolo? «Perché voglio andare in A con questa squadra. L’interesse di questi club fa piacere, ma nella mia piccola carriera non ho mai trovato un gruppo così affiatato. C’è una grande unità di intenti, uno spirito eccezional­e». Grazie al k.o. del Verona aNovara ormai avete un piede in A. «Guardare la classifica potrebbe farci male. Non dobbiamo mollare, soprattutt­o di testa». Lei è umile, manonpensa dimeritare la A dopo tanta gavetta? «Sono umile perché so da dove vengo. Mio fratello Nicola ha giocato in Eccellenza e in Serie D. Seguendo lui ho cominciato anche io, a 7 anni. Dopo le giovanili in città, ho vinto un campionato di Eccellenza con il Campobello di Mazara e lì sono stato notato e portato a Palermo, dove ho sfiorato l’esordio in A. Poi Vicenza, Livorno, Lecce, Frosinone e ora Sassuolo. Sì, sono stati traguardi sudati». E lo studio? «Mi sono fermato alla quarta dell’istituto Commercial­e, ma mi ero riproposto di finire la scuola da privatista. Purtroppo, mi manca il tempo». Per Terranova la laurea potrà arrivare presto, con il calcio. Poi è arrivato Di Francesco e con lui anche la promozione. «Durante il ritiro estivo l’allenatore ha notato la mia freddezza dal dischetto e così ha deciso che i rigori li avrei tirati io». Un difensore, di solito, studia gli avversari che dovrà marcare. Lei osserva anche i portieri? «Per prima cosa mi alleno per fare bene il difensore, e l’attaccante che più mi ha fatto soffrire è stato Pellissier, anni fa. Sì, studio anche i portieri, vedo se

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Emanuele Terranova, 25 anni, è alla seconda stagione con il Sassuolo

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