CCIICCLLOONNEE BAYEERNN,, ARSSEENNALL SSTTEESSOOALLOONNDDRA ((33--11))
Ai bavaresi basta una prima mezz’ora alla grande. Porto di misura sul Malaga (1-0). Oggi Drogba
Vedere il Bayern da vicino aiuta a capire meglio la scelta di Guardiola: nel calcio della squadra tedesca ci sono momenti di bellezza assoluta, come i primi venti minuti in cui ha distrutto l’Arsenal. Al 21’, per l’esattezza, era andata così: due gol del Bayern con Kroos e Müller, tre ammonizioni piene di frustrazione per i londinesi. Poi però ci sono, in pieno stile Barcellona, intermezzi di svagatezza e dopo aver divorato più volte la terza rete, il Bayern è stato colpito da Podolski, su gentile omaggio della difesa bavarese. Un peccato che avrebbe potuto provocare conseguenze peggiori, se l’Arsenal avesse avuto più sostanza. Finita la spensieratezza, riecco il Bayern caterpillar e il 3-1 di Mandzukic, benché fortunato, fotografa bene il match. I due gol di scarto ci stanno tutti. Il Bayern ha prenotato in scioltezza un posto nei quarti di finale. La stagione a tavoletta continua e il vantaggio di 15 punti in campionato consente di gestire bene il fronte Champions. DivarioAun certo punto, il confronto tra la capolista del campionato tedesco e la squadra quinta in Premier è stato imbarazzante: l’Arsenal è stato surclassato dalla tecnica, dalla personalità e anche dallo strapotere fisico del Bayern. Giganti contro piccoletti: soprattutto a centrocampo, i centi- metri di differenza si sono notati. A spianare la strada ai tedeschi dopo appena 7’ è stato un mezzo liscio di Koscielny, in dubbio fino all’ultimo: il destro a giro di Kroos ha steso Szczesny. Colpito a freddo, l’Arsenal non ha saputo reagire e al 21’ è arrivato, da copione, il 2-0. Una capocciata di Van Buyten è stata respinta con un mezzo miracolo da Szczesny e Müller ha bruciato tutti, infilando il pallone in rete. La maschera di Wenger in panchina, attonito, è una delle immagini di questa serata. Il Bayern in venti minuti ha sep- pellito la superbia del francese, assai polemico alla vigilia del match. L’Arsenal si avvia con tutta l’altezzosità del suo allenatore, bravo quanto arrogante, verso l’ottava stagione di fila senza trofei. Secondo qualche tabloid, per l’operazione rilancio la prossima estate sarà messo a disposizione di Wenger un gruzzolo da 85 milioni: occhio però a non perdere Wilshere, nel radar del Barcellona. Epilogo Chiuso un primo tempo in cui non ha mai scagliato un tiro contro la porta di Neuer, l’Arsenal è ripartito trascinato dall’orgoglio e dalla fede del suo popolo. Il Bayern ha mollato qualcosa a livello mentale e la rete di Podolski, fino a quel momento assolutamente inutile, ha dimostrato che basta poco per complicarsi la vita: una distrazione in difesa e capocciata facile del tedesco di stanza a Londra. L’inserimento di Robben al posto di Ribery ha dato una nuova scossa ai tedeschi. Il 3-1 ha chiuso il discorso e il Bayern ha sfiorato persino il poker. Wenger è uscito dal campo a testa bassa, dribblando le tv ed evitando di stringere la mano al collega Heynckes. Le voci impazzano: dopo che alla vigilia era circolata la storia di un possibile rinnovo del contratto, qualcuno parla ora di addio del tecnico francese a fine stagione. Anche Heynckes saluterà il Bayern, ma il suo addio sarà ben diverso. Ha la Bundesliga in pugno e una rivincita da consumare in Champions.