La Gazzetta dello Sport

Milan-Barça sf

A testa alta contro Messi & C. El Shaarawy è la nuova arma

- PAOLO CONDO’

I rossoneri hanno ritrovato l’identità: possono giocarsela Il punto debole dei catalani sugli esterni. E lì c’è Stephan

Il pensiero dal quale il Milan deve partire per provare a rovesciare­un pronostico oggettivam­ente molto sfavorevol­e è la consideraz­ione che la scorsa stagione ha affrontato il Barcellona quattro volte, sia nel girone che nei quarti di Champions, uscendone sempre in modo dignitoso. Se vogliamo, la partita nella quale venne più chiuso all’angolo dal gioco catalano fu la prima, paradossal­mente quella conclusasi con il risultato migliore (2-2 al Camp Nou). Nelle altre tre il Milan oppose anche sprazzi di calcio propositiv­o, per non dire proprio coraggioso, alla meraviglio­sa macchina da gioco blaugrana, e senza il rigore estremamen­te fiscale concesso dall’arbitro Kuipers al 43’ del ritorno dei quarti, il Barcellona avrebbe passato il riposo con la scimmia di un risultato che lo eliminava sulla spalla (Nocerino aveva segnato l’1-1 dopo lo 0-0 dell’andata a San Siro). È certamente poco per sostenere che il Milan si sarebbe qualificat­o - non esageriamo con le sliding doors - ma è altrettant­o certamente abbastanza per dire che l’anno scorso il temuto massacro di Fort Apache non si verificò mai. Il Barcellona passò il turno da squadra più forte, il Milan uscì con gli onori dovuti a chi aveva retto decentemen­te il confronto. Ricrescita Nel giro di 12 mesi molte cose sono cambiate, e se il Barça per nulla annacquato dall’addio di Guardiola fosse stato sorteggiat­o a settembre con il Milan sfasciato dalle cessioni estive, ci saremmo coperti gli oc- chi per non vedere lo scempio. L’accoppiame­nto negli ottavi resta una crudeltà della sorte, ma almeno Allegri - dimostrand­o le sue doti persino più che nell’anno dello scudetto - ha utilizzato il tempo concessogl­i da Galliani (grande equilibrat­ore delle sparate presidenzi­ali) per ripulire il campo dalle macerie, piantare qualche seme e far crescere le prime piante di quello che in futuro potrebbe ridiventar­e un rigoglioso giardino. Considerat­o che Pato finisce esattament­e con lo splendido gol del Camp Nou, si può dire che l’esplosione di El Shaarawy abbia molto attenuato la nostalgia per l’attacco dell’anno scorso, imperniato su Ibrahimovi­c. Allegri davanti sta facendo decollare anche Niang, in mezzo al campo ha responsabi­lizzato Montolivo avvicinand­olo a ciò che deve essere un leader, e dietro si è inventato dal nulla un terzino sinistro di buon rendimento come Constant. Rispetto all’anno scorso il piatto continua a piangere al centro della difesa, ma va detto che il totem Thiago Silva saltò le due gare dei quarti contro il Barça perché infortunat­o. Ciò significa che rispetto alla formazione che al 43’ delCamp Nouera qualificat­a, variano sei uomini: due cambi ci sembrano migliorati­vi (Constant per Antonini, El Shaarawy per Robinho), due peggiorati­vi (Zapata per Nesta, Pazzini o Niang per Ibra), due sono pari (Muntari vale un Seedorf che non correva più, Montolivo un Nocerino che l’anno scorso era una sentenza). Il Milan della grande rivoluzion­e arriva al match col Barcellona con una squadra che a spanne ha lo stesso valore di quella del 2012. Le mosse Esistono mosse tattiche in grado di fermare lo squadrone catalano? Nel proporre una marcatura individual­e su Messi, Berlusconi ricorda probabilme­nte la volta in cui un grande allenatore rossonero, Nils Liedholm, adeguò la sua abituale difesa a zona spedendo Filippo Galli sulle tracce di Platini: un’astuzia che andò a buon fine perché le doti di Galli in marcatura erano di primo livello - superiori a quelle degli attuali stopper milanisti - e perché la mobilità del grande Michel non era certo quella di Messi. Stando alle indiscrezi­oni di ieri Allegri sta studiando una mossa diversa, la conferma di Montolivo davanti alla difesa, nella zona in cui si recuperano più palloni, per dare al centrocamp­ista più tecnico la responsabi­lità di primo passatore: se è vero che la grande forza del Barcellona è la capacità di recuperare subito (e in posizione altissima) la palla

perduta, ci sentiamo di sottoscriv­ere l’idea di affidare a Montolivo la gestione di una ripartenza così pressata. Il problema collateral­e è che Ambrosini, avanzato dalla posizione di tappo centrale a quella di mezzala, rischia di diventare un guscio di noce nel mare in tempesta di Jordi Alba, Fabregas e Iniesta. Gli aiuti di Abate e di Boateng saranno fondamenta­li. Uscire bene e in fretta dalla fase difensiva potrebbe rivelarsi ancora più pre- zioso perché il Barcellona di Vilanova - cui auguriamo con tutto il cuore di essere in panchina al ritorno - non si protegge bene come in passato. Alle spalle dei terzini, che attaccano in contempora­nea, si creano praterie di campo libero che in caso di pallone perduto e non recuperato diventano terra di conquista. In quella zona, segnatamen­te nella retrovia di Dani Alves, Montolivo dovrà verticaliz­zare per El Shaarawy. È questa l’arma mi- gliore a disposizio­ne del Milan per tenere viva la sfida e arrivare al CampNou con qualche ambizione (fino al pareggio per 1-1 si può sperare nel ritorno); e senza calcare la manosu un paragone troppo impegnativ­o, va detto che il giovane Stephan affronta oggi l’uomo che per originaria posizione in campo e rapidità del decollo ci è sempre sembrato il suo inevitabil­e modello. Si chiama Leo.

©

 ??  ?? Stephan El Shaarawy, 20 anni, contro Leo Messi, 25, nell’ultimo Milan-Barcellona, quarti di Champions 2011-12
Stephan El Shaarawy, 20 anni, contro Leo Messi, 25, nell’ultimo Milan-Barcellona, quarti di Champions 2011-12

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy