La Gazzetta dello Sport

«Io, il Catania e un’occasione imperdibil­e»

Il tecnico, debuttante in Serie A e pallavolis­ta mancato, ci crede: «Questa squadra mi segue»

- DAL NOSTRO INVIATO FRANCESCO CARUSO MASCALUCIA (Catania)

Rolando Maran, allenatore felice di una città che sogna, debuttante in A, si presenta così: «Sono nato 50 anni fa a Trento in una famiglia di operai, fatta di persone perbene, capaci di tirar su 3 figli nel migliore dei modi. Io sono il più piccolo, i 2 grandi Lino e Florio, hanno 13 e 10 anni più di me, vivono a Trento e portano avanti l’attività che aveva avviato papà Rino, scomparso 8 anni fa. Lavorano nel settore edile, si occupano di pittura e rivestimen­ti e questa sarebbe stata la mia strada. La passione per il pallone l’ho presa per forza, a casa seguivano qualunque cosa tondeggian­te che rotolasse. Milanista come tutti in famiglia, tifoso di Rivera. Anche i miei fratelli hanno provato, il secondo fa il selezionat­ore del Trentino. Ho 2 figli, Elena e Gianluca che gioca nella Primavera del Catania, ma io faccio solo il padre». Chi è l’uomo del suo destino? «Ciccio Franzoi, il mio primo allenatore negli Allievi del Trento: a lui devo tutto».

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« Da giocatore nessuno scazzo, da allenatore sì: l’ultimo l’ho avuto con Terlizzi... A scuola copiavo sempre, sono arrivato giusto giusto al diploma di geometra ROLANDO MARAN ALLENATORE CATANIA

Difensore senza troppa gloria, è così? «Inizialmen­te stopper ma per fortuna il passaggio alla zona mi ha dato più libertà di movimento. Sono arrivato in B». L’attaccante più importante che ha affrontato? «Ricordo una partita di Coppa Italia al Delle Alpi contro la Juve di Vialli, Baggio e Del Piero, giocavo nel Chievo. Appena promossi in B, in panchina c’era Malesani. Finì 0-0, al ritorno non giocai perché ero squalifica­to e ci eliminaron­o». Ride divertito. L’allenatore che l’ha forgiata? «Silvio Baldini che fu mio allenatore alla Carrarese emi portò come"secondo" al Chievo e al Brescia, fu il primo a dirmi che avrei dovuto fare questo mestiere. Da calciatore facevo l’allenatore in campo. E i tecnici che ho avuto si arrabbiava­no se non guidavo i compagni. Mal’ho fatto nei modi giusti». Maifatto baruffa con l’allenatore? «No, sapevo stare al mio posto. Da tecnico invece ho avuto più di uno scazzo con i calciatori. L’ultimo l’anno scorso a Varese con Terlizzi, poi siamo diventati grandi amici». Il calcio è stato l’unico sport? «No, ho giocato anche a pallavolo, ma senza speranze, da grande mi sono appassiona­to allo sci. Mi piacerebbe una volta provare sull’Etna». E a scuola come se la cavava? «I professori mi rimprovera­vano la passione per il pallone, volevano che studiassi di più». Lei era quello che copiava? «Sempre, in tutte le materie, sono andato avanti fino al diploma di geometra giusto per chiudere un capitolo».

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Rolando Maran è nato a Rovereto (Trento) il 14 luglio 1963. Prima di arrivare a Catania, ha allenato Cittadella, Brescia, Bari, Triestina, Vicenza e Varese ANSA
Settima squadra Rolando Maran è nato a Rovereto (Trento) il 14 luglio 1963. Prima di arrivare a Catania, ha allenato Cittadella, Brescia, Bari, Triestina, Vicenza e Varese ANSA

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