La gara col Toro a Is Arenas maaportechiuse
L’ha deciso il Comune di Quartu: manca l’ok definitivo del prefetto
Cagliari-Torino a porte chiuse all’Is Arenas. Ieri, poco dopo le 21, l’intesa tra il club rossoblù e il comune di Quartu con la firma del vice sindaco, Fortunato Di Cesare. Ma c’è un’incognita: il prefetto Alessio Giuffrida deve dare l’ok. Al più tardi, come d’accordo con la Lega, in mattinata. Dunque, per ora, sfumano le altre ipotesi: ingresso per i 4.800 abbonati o trasloco a Firenze. Su quest’ultimo fronte— con Cellino che ha dato ai suoi un input nitido: «O a Is Arenas o niente!» — l’idea del Franchi precede l’Adriatico di Pescara e il San Nicola di Bari. Di fatto, la battaglia del club rossoblù per non lasciare la Sardegna, pare aver fatto gol. Oltre agli ingenti costi economici, spostare la partita col Toro sul continente, avrebbe strascichi pesanti per squadra, tifosi, sponsor, logistica, organizzazione di biglietteria e sicurezza. Peraltro, il Torino fa pressing per sapere dove deve giocare domenica alle 15. Forse, i granata sono ancora infastiditi dal mancato arrivo di Canini, promesso e poi dirottato al Genoa.
Pericolo sequestro
Dopo il ricorso rossoblù respinto dal Tar e il no del comune di Quartu a un’apertura al pubblico in deroga, la vicenda Is Arenas pare essersi, se possibile, ancor più ingarbugliata. Con l’inchiesta giudiziaria che accelera, si teme è il sequestro dello stadio da parte della Procura di Cagliari. Da qui, la cautela della società. Il d.g. Francesco Marroccu ha incontrato gli amministratori quartesi. Mentre sul web impazza la rabbia della tifoseria, in serata, l’accordo della gara a porte chiuse, siglato alla presenza del legale di Cellino, Benedetto Ballero. Ora, la palla è in prefettura.
L’inchiesta penale
Tra domani e dopo il gip Casula dovrebbe pronunciarsi per la richiesta di scarcerazione del presidente Cellino, del sindaco Contini e dell’assessore Lilliu. Mentre attorno al capezzale dell’Is Arenas agitano politici e non solo, ieri gli agenti della Forestale hanno sequestrato a casa di Pierpaolo Gessa — funzionario dei Lavori pubblici del Comune di Quartu arrestato a fine novembre con il collega dell’Edilizia privata, Andrea Masala e l’impresario Antonio Grussu— tre pc e altre componenti informatiche. Intanto, il pm Enrico Lussu ha sentito l’imprenditore Alessandro Podda, proprietario dei terreni di Elmas acquistati da Cellino, su cui sarebbe dovuta sorgere la Karalis Arena. Podda è socio in affari del sindaco di Quartu, Contini. «Ho fatto solo da intermediario— ha chiarito ieri il primo cittadino durante l'interrogatorio— dovevo prendere una provvigione di 200 mila euro, ne ho incassati solo 100 mila».