Hamilton: «E’ stato Riis a mandarmi da Fuentes»
L’americano conferma le gravissime accuse al team manager Sorpresa: Contador non verrà a deporre venerdì in tribunale
C’era una volta Bjarne Riis. Così comincia il racconto-deposizione di Tyler Hamilton, ex ciclista e per 3 anni paziente di Eufemiano Fuentes, intervenuto ieri nel processo relativo all’Operacion Puerto in videoconferenza dall’ambasciata spagnola di Washington. Una testimonianza di un paio d’ore sui suoi rapporti con il Dottor Doping. Molte delle cose che ha detto ieri Hamilton le aveva già scritte nel suo libro, «The secret race», altre no. E comunque, anche quanto già pubblica- to, detto sotto giuramento di fronte a un giudice assume un altro significato. Botta «Non conosco Fuentes, non me lo hanno mai presentato. Non voglio più dire nulla su questo caso». Così Bjarne Riis nell’agosto scorso all’agenzia danese Ritzau. Rispondeva a quanto pubblicato da Hamilton, che nel nono capitolo del suo libro racconta di come il 31 agosto 2001 nella sua villa sulle colline toscane il danese, allora boss della Csc, elencò al ciclista americano appena strappato alla Us Postal di Armstrong le meraviglie dell’emodoping: «Devi provare la trasfusione, ti piacerà», disse Bjarne a Tyler. «Secondo lui mi ero perso qualcosa di grande – si legge in “The secret race” –. E per dimostrarlo mi disse come nella sua vittoria al Tour del 1996 si era fatto tre trasfusioni. Mi spiegò perché le trasfusioni erano molto meglio dell’Epo. Epoi se l’Epo poteva essere intercettata dai nuovi test, le trasfusioni no. Bjarne mi diede il numero di Fuentes». Ieri Hamilton ha ripetuto questo dettaglio: «Chi l’ha messa in contatto con Fuentes?» gli ha chiesto l’avvocato della Wada. «Bjarne Riis», la breve risposta. Ora la parola passa dunque ancora al responsabile della Saxo-Tinkoff, la squadra di Alberto Contador (che non deporrà