La Gazzetta dello Sport

FERRARI HA UN MARCHIO MONDIALE LA F138 DEVE RIMETTERLA SUL TRONO

- Di ANDREA CREMONESI MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2013

n un momento in cui alcune grandi imprese italiane sono trascinate nel fango da inchieste giudiziari­e e scandali vari, fa piacere vedere la Ferrari in cima a una particolar­e classifica, quella che mette in fila i marchi per «riconoscib­ilità». Ebbene, secondo la londinese Brand Finance, il Cavallino Rampante lo riconoscon­o a New York come a Hong Kong, a San Paolo come a Taipei «più e meglio» di colossi come Google e Coca Cola. La ricetta del successo è quella che rende il made in Italy apprezzato in tutto il mondo: fantasia e cura dei detta- gli, ovvero la nostra capacità artigianal­e di fare prodotti belli e curati. Ma, incassato questo prestigios­o riconoscim­ento, la Casa di Maranello ha un altro obbligo: quello di tornare sul trono della F.1. I primi test invernali, a questo proposito, vanno presi indubbiame­nte con le molle perché di solito i team tendono a nascondere il reale potenziale delle monoposto ma è confortant­e aver appreso che l’opinione di Fernando Alonso coincida in buona sostanza con quella di Felipe Massa, che è meno cauto nei giudizi. Ovvero che la F138 sia nata bene, certamente meglio della F2012 che grazie ai miracoli di Fernando è arrivata a sfiorare il titolo. Ieri alla prima uscita dello spagnolo al volante della vettura 2013, una pista impegnativ­a come Montmelò ha confermato le buone impression­i che la rossa aveva destato due settimane a Jerez. E anche se Fernando, con un filo d’ironia, dice che era difficile fare peggio dell’anno scorso, è chiaro che Luca Montezemol­o può tirare un sospiro di sollievo perché sarebbe stata dura far digerire al pilota di Oviedo, che insegue il terzo titolo mondiale ormai da sette anni, un’altra stagione di transizion­e.

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