FERRARI HA UN MARCHIO MONDIALE LA F138 DEVE RIMETTERLA SUL TRONO
n un momento in cui alcune grandi imprese italiane sono trascinate nel fango da inchieste giudiziarie e scandali vari, fa piacere vedere la Ferrari in cima a una particolare classifica, quella che mette in fila i marchi per «riconoscibilità». Ebbene, secondo la londinese Brand Finance, il Cavallino Rampante lo riconoscono a New York come a Hong Kong, a San Paolo come a Taipei «più e meglio» di colossi come Google e Coca Cola. La ricetta del successo è quella che rende il made in Italy apprezzato in tutto il mondo: fantasia e cura dei detta- gli, ovvero la nostra capacità artigianale di fare prodotti belli e curati. Ma, incassato questo prestigioso riconoscimento, la Casa di Maranello ha un altro obbligo: quello di tornare sul trono della F.1. I primi test invernali, a questo proposito, vanno presi indubbiamente con le molle perché di solito i team tendono a nascondere il reale potenziale delle monoposto ma è confortante aver appreso che l’opinione di Fernando Alonso coincida in buona sostanza con quella di Felipe Massa, che è meno cauto nei giudizi. Ovvero che la F138 sia nata bene, certamente meglio della F2012 che grazie ai miracoli di Fernando è arrivata a sfiorare il titolo. Ieri alla prima uscita dello spagnolo al volante della vettura 2013, una pista impegnativa come Montmelò ha confermato le buone impressioni che la rossa aveva destato due settimane a Jerez. E anche se Fernando, con un filo d’ironia, dice che era difficile fare peggio dell’anno scorso, è chiaro che Luca Montezemolo può tirare un sospiro di sollievo perché sarebbe stata dura far digerire al pilota di Oviedo, che insegue il terzo titolo mondiale ormai da sette anni, un’altra stagione di transizione.