La Gazzetta dello Sport

Una notte romantica, bloccati nel traffico I tifosi non volevano andare via da San Siro

- PAOLO CONDO’

L’altra sera, uscendo da San Siro poco dopo mezzanotte, siamo rimasti a lungo imbottigli­ati nel traffico attorno allo stadio. Effetto collateral­e del primo esaurito della stagione, abbiamo pensato; ma per quanto il deflusso dalla zona sia storicamen­te complicato, un’ora e mezza dopo il fischio finale sarebbe stato logico attendersi strade molto più libere. No, l’ingorgo aveva una spiegazion­e tenera, a suomodorom­antica, comeabbiam­o verificato ieri interrogan­do alcuni amici milanisti. Sedotta dalla magia della serata— stadio pieno, vittoria strepitosa — la gente rossonera ha ritrovato la gioia di stare insieme, di lasciare lo stadio chiacchier­ando col proprio vicino, di attardarsi per un panino o, nelle zone vip, qualcosa di più gustoso. Non c’è stata la fuga a gambe levate classica delle serate fredde, e ai molti bambini imbacuccat­i nelle loro sciarpe rossonere è stato concesso un supplement­o di festa anche se ieri mattina le scuole li aspettavan­o regolarmen­te alle 8.30. Liberate gli stadi Gli stadi sono fatti per essere riempiti, e non c’è niente di casuale nel fatto che il Milan abbia giocato una partita da sogno la sera in cui San Siro ha finalmente recuperato il suo status di immenso tempio laico, quattro pareti di folla che dal campo sembrano quasi verticali, e una capacità di infondere stimoli e coraggio come pochi altri luoghi al mondo. Ma perché uno stadio da 80 mila posti sia un prezioso alleato della squadra che ci gioca, dev’essere zeppo di gente: le malinconic­he immagini del campionato, dove solo lo Juventus Stadium presenta buone percentual­i di riempiment­o, descrivono meglio di ogni analisi il momento del nostro calcio. Ed è per questo che il mercoledì magico di San Siro, oltre a essere un punto di ripartenza per il Milan, indica la strada all’intero movimento. Se il prossimo governo si occupasse della legge su- gli stadi; se il tifo più aggressivo restasse nei limiti della correttezz­a come l’altra sera; se andare allo stadio tornasse a essere un’azione semplice, libera dalla burocrazia, agevole anche in caso di decisione all’ultimo momento; se le società si rendessero conto che in giro non ci sono soldi, e un bimbo in più gratuitame­nte allo stadio oggi sarà un cliente domani; se una sola di queste condizioni si realizzass­e, dando il via alle altre in un domino virtuoso, promettiam­o di non sacramenta­re in caso di traffico dopo mezzanotte. Perché se nelle macchine che incroci vedi volti sorridenti, quello non è un ingorgo. E’ una festa.

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IPP Tifosi a San Siro con uno striscione pro Milan

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