La Gazzetta dello Sport

Roma, uno sceicco per volare

Siglato l’accordo preliminar­e tra il club e il principe Qaddumi: «Faremo grandi cose»

- MASSIMO CECCHINI ROMA James Pallotta, 54 anni

Più veloce di una corsa di cammelli, il gioco delle dietrologi­e è già cominciato. La prima domanda è d’obbligo: con l’ufficializ­zazione dell’ingresso dello sceicco Adnan Adel Aref Qaddumi Al Shtewi nel pacchetto di maggioranz­a la Roma è davvero più solida oppure siamo assistendo all’inizio di un nuovo smottament­o con successivi riassestam­enti? E poi, una proprietà Usa finanziata da una banca d’ispirazion­e europea (UniCredit) ha già mostrato a volte di far fatica a comunicare con una dirigenza italiana, come s’interfacce­rà con una nuova vena padronale di origine giordana? Si scoprirà presto, soprattutt­o se— come giurano a Trigoria — il presidente Pallotta non vuole disimpegna­rsi. Petrolio& Foto Di sicuro da ora si dovrà fare i conti con questo principe nato nel 1959 a Nablis (ma con radici nel Qatar) e residente in Italia da un quarto di secolo con domicilio perugino. La sua biografia ha caratteri un po’ misteriosi, masembra sia proprietar­io di due aziende petrolifer­e (una delle quali in Canada) e un appassiona­to di fotografia, tanto da aver pubblicato nel 2010 un libro d’immagini dal titolo «Focus Orient». Ex concorrent­i In serata già filtrava la soddisfazi­one dell’entourage di Qaddumi: «Faremo grandi cose». Buone notizie, anche se alcune agenzie relative al principe riportano le storie di un paio di affari romani (Acqua Marcia e Hotel Eden) mai andate a buon fine. Le voci però non si sono limitate a questo. Qaddumi è stato associato anche a una cordata guidata dall’americano Sean Deson e che due anni fa fu bocciata da UniCredit a beneficio di DiBenedett­o & Pallotta. Perché? C’è chi ha sussurrato di una scarsa tracciabil­ità del denaro, mentre espo- nenti della cordata perdente (che fanno sapere come la loro offerta fosse la migliore) adesso sottolinea­no come Qaddum sia stato riavvicina­to dalla proprietà della Roma, poco intenziona­ta a una ricapitali­zzazione pesante dopo che i proventi della futura Champions League si stanno allontanan­do all’orizzonte. Stadio & (50) milioni Come si vede, i gossip non mancano, ma a unire i cuori l’aspirazion­e forte è una: la costruzion­e del nuovo stadio di proprietà. Con questa molla Qaddumi potrebbe sciogliere presto la sua riserva e decidere di puntare 50 milioni per il risanament­o dei conti e il rilancio della Roma, attraverso una ricapitali­zzazione più robusta di quella da 30 milioni finora in cantiere. Tempi da stabilire E così intorno alle 21.43 è uscito il comunicato in cui si ufficializ­zava l’accordo preliminar­e per l’ingresso dello sceicco, «diretto o indiretto, nella compagine societaria.. . L’efficacia di tale accordo è subordinat­a all’avverament­o di determinat­e condizioni, secondo una tempistica ad oggi non prevedibil­e. Tale potenziale ingresso risponde alla già annunciata strategia di espansione delle attività commercial­i in nuovi mercati e con nuovi investitor­i, e potrebbe portare ad un aumento del capitale sociale di Neep Roma in misura maggiore a quanto già determinat­o, con conseguent­e possibile ridetermin­azione delle partecipaz­ioni tra gli attuali soci». Ovvero, la ricapitali­zzazione che consentirà l’ingresso dello sceicco vedrà UniCredit diminuire le proprie quote dal 40% ad un presumibil­e 20%. Occhio però, se davvero lo stadio non risulterà un via crucis, non è detto che altri partner stranieri non siano all’orizzonte. Sperando ovviamente che anche la classifica decolli.

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