La Gazzetta dello Sport

Metti una cena con Roche, nel ristorante Coppi

- DAL NOSTRO INVIATO BELFAST p. ber.

Sembra incredibil­e, ma nel cuore storico di Belfast c’è un nuovo ristorante che si chiama «Coppi». È nato nell’autunno scorso, ed è effettivam­ente dedicato al Campioniss­imo. Un po’ di marketing per dare l’idea della buona tradizione italiana, e un po’ di passione per la grande tradizione italiana del ciclismo. E’ qui, sotto a una gigantogra­fia di Fausto in maglia Bianchi e accanto agli appendiabi­ti a forma di manubrio da corsa, che incontriam­o Stephen Roche, icona del ciclismo irlandese. Roche è nato a Dundrum, periferia sud di Dublino, ma è cre- sciuto ciclistica­mente in Francia per decollare in Italia. L’irlandese è famoso per aver vinto tutto, con la maglia della Carrera di Davide Boifava, nella stagione 1987. Quell’anno, Stephen conquistò il Giro d’Italia facendo un sgambetto al suo compagno di squadra Roberto Visentini, poi firmò anche il Tour e il Mondiale di Villach davanti a Moreno Argentin... Giro, Tour e Mondiale nello stesso anno, un primato che divide soltanto con un certo Eddy Merckx! In quegli anni c’era anche Sean Kelly, un altro irlandese, che dominava nelle Classiche. Ma Roche e Kelly non hanno fatto i proseliti attesi. A 20 anni dal loro addio alle corse, i migliori irlandesi sono Nicolas Roche e Da- niel Martin, figlio e nipote di Stephen Roche, che è naturalmen­te il testimonia­l della «Grande Partenza» Belfast-Dublino del Giro 2014. Notizia «Questa è davvero una grande notizia, per il ciclismo e non solo — dice Roche, che oggi ha 53 anni —. L’Irlanda viene da anni di crisi economica pesantissi­ma. Per rialzarsi, ha bisogno del turismo, e il Giro d’Italia può dare una grande spinta. Lo stesso discorso vale per il nostro sport. Quando correvamo io e Kelly, gli irlandesi si erano davvero innamorati del ciclismo, maè mancata una politica lungimiran­te della federazion­e e sono mancati gli investimen­ti di grandi sponsor, come in Inghilterr­a grazie alla Lotteria Nazionale e a Sky. Da noi non si organizza piùnemmeno­il Giro d’Irlanda...». Roche vive tra Antibes, dove aveva un albergo, e Palma di Maiorca. Ma ha mantenuto un forte legame con l’Italia. «Sento spesso Boifava e mio figlio Alexi, 14 anni, ha appena incomincia­to a correre con un club di Nizza. Naturalmen­te in bici Carrera! A proposito: Nicolas è forte e quest’anno con la Saxo Bank di Contador si prenderà grandi soddisfazi­oni, ma Alexi è un fenomeno. Ha il colpo di pedale degli atleti di talento. Sono sicuro che vincerà il Giro d’Italia e il Tour de France del 2024. Volete scommetter­e?». Pugno Il ciclismo attraversa un periodo difficilis­simo. Il caso Armstrong e dintorni ha dato un pugno secco sul volto della credibilit­à del mondo a due ruote. «Le brutte notizie sono tante, ma credo che abbiano poco a che fare con il ciclismo attuale — continua Roche —. Quello di Lance Armstrong a mesembra un mondolonta­nissimo. Il passaporto biologico ha fatto fare un salto di qualità decisivo nella lotta al doping e il 99 per cento dei tifosi crede nella vittoria di Wiggins dell’ultimo Tour. Io ho due figli che corrono in bicicletta, e sono sicuro che possano fare il loro sport senza alcun pericolo e in un ambiente eticamente sano».

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Stephen Roche, 53 anni, con il Trofeo del Giro al ristorante Coppi

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