La Gazzetta dello Sport

SUPER GUARIN HA RIACCESO L’INTER SORRISO LAZIO, NAPOLI MESTO ADDIO

- Di ANDREA SCHIANCHI

Guarin, dalla Colombia con furore, piomba sul derby di San Siro con la stessa imprevedib­ilità dei meteoriti che, una settimana fa, hanno flagellato una parte della Russia. Dopo la stratosfer­ica vittoria del Milan sul Barcellona e, soprattutt­o, dopo la sconfortan­te sconfitta dell’Inter domenica scorsa a Firenze, la gente era abbastanza convinta che il risultato della prossima stracittad­ina fosse scritto. Nella testa dei tifosi, dell’una e dell’altra sponda, il successo del Milan non venivanemm­eno quotato, tanto era sicuro. Poi è arrivato Guarin, appunto, che con la medesima forza di cui solo la natura è capace ha ristabilit­o la verità: il derby non è per nulla deciso, l’Inter è viva come dice la vittoriosa campagna di Romania contro il Cluj, e non è detto che con un Balotelli in più il valore di squadra (e di gioco) del Milan sia destinato ad aumentare rispetto alla notte di Champions. Il successo in Europa consegna un’Inter un po’ più tonica e fresca rispetto alla brutta figura di Firenze. Direte: ci voleva poco... E, difatti, accettando la prevedibil­e osservazio­ne, mettiamola così: aspettiamo la prestazion­e nel derby e analizziam­ola, e poi emetteremo il giudizio definitivo sulla squadra di Stramaccio­ni. Contro il Cluj, dopo il 2-0 dell’andata, il più era fatto. Inoltre i romeni, anche se provenient­i dai gironi di Champions League, non sono nell’élite del calcio europeo. Dunque, archiviato con soddisfazi­one il passaggio del turno e in attesa del suggestivo doppio confronto con il Tottenham di Villas-Boas negli ottavi, all’Inter resta una sola possibilit­à: utilizzare il derby per convincere tutti di poter fare ancora la voce grossa in campionato. Il terzo posto, su cui adesso sono seduti il Milan e la Lazio, non è un miraggio: è soltanto a un punto di distanza, mica un’enormità. Tutto sta a vedere se i limiti di tenuta atletica, denunciati a Firenze e figli dei troppi impegni ravvicinat­i, possono essere superati oppure rimarranno una zavorra fino al termine della stagione. L’altalena sulla quale si trova l’Inter è la stessa della Lazio: reduce dalle frustate di Siena, lunedì, ecco la riscossa contro il Borussia Moenchengl­adbach. Candreva e Gonzalez regalano la qualificaz­ione (prossimo avversario lo Stoccarda) e qualche sorriso a Petkovic. Va detto che, finora, il cammino della Lazio è sicurament­e più positivo di quello dell’Inter nonostante, in campionato, ci sia un solo punto di distacco tra le due: dalle Aquile non ci si aspettava che potessero volare tanto in alto e tanto a lungo; dai nerazzurri, invece, si pretendeva (e si pretende) ben altro spettacolo, data la rosa e dati gli investimen­ti. Così come si chiedeva di più al Napoli, eliminato dal Viktoria Plzen dopo la sciagurata sconfitta in casa all’andata e la papera di De Sanctis al ritorno. E alla fine il Napoli che abbandona mestamente il palcosceni­co d’Europa è davvero un pezzo di meteorite che tramortisc­e l’Italia del pallone. Tanto inatteso quanto doloroso.

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Il saluto tra Fredy Guarin e Andrea Stramaccio­ni

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