Sarà Vosawai il vice Parisse «Non ho paura»
Squalificato il capitano, ecco il figiano d’italia «Aspettavo questa occasione: la sfrutterò»
Tocca a lui, tocca a Manoa Vosawai. Sarà il figiano d’Italia — un treno in corsa di 115 kg alto 188 cm— a vestire la maglia di Sergio Parisse, domani contro il Galles. «E’ la scelta più logica» taglia corto il c.t. Jacques Brunel nella solita aula-conferenze all’Acquacetosa. «E’ un’enorme responsabilità» sottolinea il giocatore poco dopo, senza mostrare però il minimo timore per quel che l’aspetta. Nel clan azzurro la squalifica del capitano non va proprio giù: «E’ un’ingiustizia» riassumeBrunel. Si coltivano speranze per una sua presenza negli ultimi due match del Torneo: probabilmente all’inizio della prossima settimana, lunedì o martedì, il numero 8 tricolore sarà ascoltato a Parigi dalla Commissione d’appello della Lega francese. E a quel punto si saprà se i 30 giorni di stop imposti rimarranno tali o se la pena verrà ridotta. Infortuni Intanto, come terza centro, in una linea tutta made in Benetton Treviso (al fianco Simone Favaro e Alessandro Zanni) c’è lui, c’è Ratu Manoa Seru Vosawai, 29enne nato e cresciuto a Suva. «Sergio— sorride con la sua faccia facciosa — nel ruolo è il miglior al mondo. Non ha alcun difetto. Spero solo di sfruttare al meglio l’occasione. Molti sono n. 8 adattati, io nasco così». In una carriera azzurra cominciata nel 2007 (Pierre Berbizier lo portò anche in Coppa del Mondo), per lui le opportunità non sono state tante. Vanta dieci caps, solo due dei quali da titolari (contro il Portogallo nel 2007, contro il Sudafrica nel 2010). «Colpa sopratutto degli infortuni — sostiene con un italiano pressoché perfetto — l’ultimo dei quali, il più grave di tutti. Dopo averli rotti in una partita contro il Glasgow, a inizio maggio, il dottor Porcellini di Forlì, lo stesso che ha operato Valentino Rossi, con tre viti mi ha ricostruito i legamenti della spalla destra. Sono stato fermo sette mesi, maadesso finalmente sto alla grandissima». Per maschietti Palla in mano è un ariete. Gran placcatore, ha grandi ripartenze da mischia chiusa, sa come scavare break profondi e conquistare metri. Anche in difesa è migliorato. In Italia dal 2004 dopo aver vestito la maglia delle Figi under 21, ha disputato cinque stagioni con la Rugby Parma e ora è alla terza a Treviso, svolta Celtic League compresa. «Sono nel rugby da sempre— racconta — alle Figi se sei maschio e non giochi sei considerato un gay... E quelli scarsi si danno al calcio. Non è stato facile venir via: sono anche figlio unico. Ma papà Epi (trequarti con alcune presenze in Nazionale A negli Anni Settanta, ndr) mi ha spronato. Sosteneva sarebbe stata una preziosa esperienza di vita». Pilota Aveva ragione: una volta arrivato in Italia, clima a parte, per Manoa è stato subito grande amore. «Anche perché Suva non è solo mare e spiagge — ammette— è anche traffico, rumori e gente che corre e lavora. Insieme a Chiara, la mia fidanzata da tre anni, un giorno metterò su famiglia a Treviso. Studia da pasticcera: apriremo un bar, un locale e in inverno andremo alle Figi». Ex studente in matematica e fisica alla University of South Pacific, coltiva da sempre un grande sogno: diventare pilota d’aereo. «E’ così dalla prima volta che, con mamma, scomparsa nel 2009, andai da Viti Levu a Vanua Levu, le isole maggiori del nostro Paese» specifica. Domani potrà fare le prove: contro il Galles ci sarà da volare altissimo.