Ora tocca a voi! Pittin e la Insam Speranze giovani
Nella combinata il bronzo olimpico vuole ritrovarsi, nel salto le ragazze sono ambiziose
Facce italiane da medaglia: Alessandro Pittin, il combinatista, ed Elena Runggaldier o Evelyn Insam, le saltatrici. Tre facce di ghiaccio, espressione di passione, per rendere oggi l’Italia protagonista ai Mondiali nordici, già difficili (e si sapeva) ed impronosticabili (perché ci sono di mezzo parecchi giovani). E’ un venerdì di responsi mondiali, per le altre due discipline nordiche. Tra il trampolino di Predazzo e la pista di fondo di Tesero, l’attenzione è quasi tutta rivolta verso questo trio che ha già fatto vivere brividi azzurri e raccolto pesanti metalli all’Olimpiade 2010 con Pittin, e ai Mondiali 2011, con la Runggaldier. Due prime volte assolute per due sport di nicchia che adesso cercano conferme.
A Predazzo, Pittin s’è rovinato la stagione del rientro in Coppa del Mondo, con una caduta in allenamento che gli ha procurato la frattura di un pollice e a causa della quale non ha più gareggiato. Mesi di sofferenza, di attesa, di allenamenti solitari. Mesi frustranti. Ora dallo stesso trampolino cerca di cancellare ogni sfortuna e disagio con una prestazione a sorpresa: «Ho bisogno di fare un vero e proprio numero, soprattutto nel salto: perché non essendo in gran forma nel fondo non posso pensa-
Condizione re di fare un recupero da 3 minuti come quando vinsi le tre prove consecutive di Coppa del Mondo». Pittin cerca il vero Pittin senza l’ossessione della perfezione da ritrovare: «Una medaglia qui spazzerebbe queste due stagioni di sfortune, mi darebbe quella fiducia necessaria anche per pensare ai Giochi di Sochi 2014. Ora ho solo bisogno di ritrovare sicurezze in me». Ritrovarsi Pittin spera molto di difendersi nel salto, spera nel- la pista durissima di fondo per colmare il gap che lo ha tenuto al buio dagli avversari: «Sono stati giorni tremendi, alla ricerca del Pittin che conoscete, purtroppo non mi sento ancora io, mentalmente non mi sento tranquillo, ma non posso neanche forzare e rischiare». Perciò chiede ancora più il sostegno dei fans club: «Una cinquantina saranno in pista a trascinarmi: credetemi ce l’ho messa tutta per esserci in questa gara, più di così non potevo. Sto gareggiando al buio e di fronte ad una concorrenza sempre più agguerrita. Il favorito è il francese Lamy Chappuis? Vorrei battere l’olimpionico a casa mia dopo averlo fatto a casa sua...ma io dico il tedesco Frenzel. Houna determinazione pazzesca!». Maturazione Elena Runggaldier rappresenta l’altra metà del cielo nordico: incalzata dalla Insam dice che « non cambia niente, siamo sempre un gruppo unito che ama stare insieme e lavorare insieme. I risultati di Evelyn hanno dato fiducia a tutte noi. Io ho preparato i Mondiali in Francia con l’ex tecnico di Lamy Chappuis e mi sento più esplosiva, ho superato la mia crisi, ho cambiato alcune cose: una cosa, ad esempio, è che adesso non mi arrivano più lettere solo dall’Austria o dalla Germania e Polonia, ma anche dall’Italia! Nel salto, quando non va, non va. Adesso per fortuna, va. E continuo a divertirmi». La Insam, fresca diciottenne, si sente cresciuta sul volo e l’atterraggio, è un talento che dispone di una formidabi- le spinta. Pure lei è una faccia da spot: «Gli italiani cominciano ad occuparsi di noi, fino a qualche anno fa non sapevano che esistesse la nostra squadra. Fino a qualche giorno fa mi sentivo insicura, tesa, in questi ultimi giorni le sensazioni si sono ribaltate: sono in forma e fiduciosa, mi è tornato il sorriso. La medaglia? Partiamo dalla seconda fila, ma è tutta la stagione che siamo vicine alle migliori. Sì, ci saremo pure noi». Diteci la verità.