L’orgoglio rossonero e un grande mistero
Caro Franco, due anni fa, da vecchio interista orgoglioso, le scrissi per sostenere che, in tempi recenti, la sola squadra a mettere sotto il Barca era stata la mia Inter nella semifinale di Champions 2010. Oggi, all'indomani di Milan-Barcellona e alla vigilia di un derby che si presenta a dir poco ostico per i nostri colori, devo ammettere che mai ho visto i blaugrana così impotenti e inefficaci, e tutto ciò per merito esclusivo dei rossoneri che hanno giocato una gran partita. Complimenti ai cugini. E viva Inter!
(Bologna) Mercoledì sera a San Siro ho rivisto l’anima del mio «vecchio» Milan, considerando che ho avuto la fortuna di veder giocare gente come Schiaffino, Grillo, Liedholm, ecc.
(Milano)
Nonsarò ioagettarenemmeno un bicchierino di acqua gelata sull’incendio di entusiasmo del popolo rossonero do- po una delle loro più belle serate di sempre. Oltretutto non riuscirei a raffreddarlo nemmeno di un millesimo di grado. E non avrebbe senso: tutti hanno dato tutto, stupendo in primo luogo se stessi. Lo sport è questo: vincere soprattutto sui propri limiti. Nessuno più del Milan di mercoledì sera c’è riuscito. Nonparlo di tattiche perché sarebbe del tutto improprio: la maggior parte delle avversarie contro il Barcellona giocano o sono costrette a giocare come ha richiesto Allegri. Era stata la stessa cosa nelle 4 sfide del- l’anno passato, ma era andata alla fine molto diversamente. Invenzioni non ne ho viste e non credo fosse possibile ipotizzarne, a parte i surreali consigli di Berlusconi. Di più edimeglio inquesta occasione c’è stata la capacità di sacrificio degli attaccanti: in una partita quasi completamente difensiva, certamente Pazzini ha corso di più di Ibrahimovic e El Shaarawy macina il triplo dei chilometri di Robinho. Pochino per spiegare tutto. E allora, ragazzi miei, diamo una ripassata al centrocampo dei catalani a San Siro, tanto per fareunpiccolo esempio: Fabregas-Busquets-Xavi. Hanno straperso contro Muntari-Ambrosini-Montolivo. Comevi suona? Personalmente, prima di ogni cosa lo considero come una prova dell’onnipotenza del calcio. Capite: non hanno perduto, cosa che capita ogni tantoanche alle squadre mostruose. Si sono buttati in un mare di impotenza con una pietra legata al collo. Arrivo a dire che non mi pareche il dispendio energetico dei rossoneri sia stata eccessivo in questa partita: impiombati erano i loro avversari, sulle rispettive posizioni gli uomini di Allegri. Così per80minuti su 90. Questa partita passerà certamente alla storia come uno dei più grandi misteri del calcio europeo. Mi rimangono due sassolini nelle scarpe da togliere. Primo: do del ridicolo a Piqué che chiama catenaccio la tattica del Milan, termine che usa solo per le squadre italiane mentre tutti nel mondo affrontano così la sua squadra. Secondo: gli spagnoli sisono lamentati chiamando campo di patate il fondo di San Siro. Hanno ragione.