La Gazzetta dello Sport

Numeri, tagli e magie Con un Berardi così non può finire qui

A Conte inutili due invenzioni per Belotti e Battocchio, ma l’autore dell’unico gol italiano nel torneo prepara il colpo-qualificaz­ione

- Vincenzo D’Angelo

La voce della vigilia tremava. Quasi a tradire una mancanza di sicurezza che poteva essere un cattivo segnale in vista di una sfida decisiva. Ma Domenico Berardi non è un tipo di tante parole. Sempre schivo, lontano dai riflettori e molto attento a non lasciare spiragli sulla sua vita privata. Berardi è un animale da campo, un leader naturale quando si tratta di far cantare la palla. Lo ha fatto anche ieri, mandando in porta Belotti con un esterno quasi irreale e ripetendos­i poco dopo per Battocchio. I settemila di Uherske Hradiste hanno applaudito ed esternato stupore. Il c.t. Antonio Conte ha preso nota e spera al più presto di vedere simili giocate nella Nazionale dei grandi. Ma se ne parlerà più avanti.

CHE NUMERI Per la nostra spedizione era l’uomo del destino, il più atteso tra gli azzurrini. Di Biagio lo ha aspettato a lungo: dalla squalifica ricevuta dalla federazion­e per non aver risposto alla convocazio­ne dell’Under 19 perché, insomma, c’era da portare il Sassuolo in A. L’Under 21 lo ha aspettato e l’ha trovato all’indomani di un poker al Milan: era gennaio 2014, Berardi stese il Milan con quattro reti – robe da finire dritti nel libro di antologia cal- cistica -, scrivendo la parola fine all’avventura di Massimilia­no Allegri sulla panchina rossonera. Del resto i numeri parlano ampiamente per lui. In due stagioni di Serie A ha messo a segno 31 reti: meglio di Messi in Liga alla sua età. D’accordo, paragone eccessivo e sicurament­e lontano da qualsiasi paragone, ma il concetto rende bene l’idea delle sue potenziali­tà.

DAL CALCETTO ALLA A A Mimmo Berardi le cose banali non piacciono. Lo dice la sua storia. Per arrivare nel calcio che conta è dovuto andare in soccorso del fratello per una partita di calcetto a Modena. S’è divertito quel giorno, e con lui tutti quelli che si sono stropiccia­ti gli occhi davanti ai suoi numeri e al suo mancino: tra i tanti, Luciano Carlino, un uomo di fiducia del Sassuolo presente sugli spalti. Lo segnala in società, lo portano a fare un provino e via subito a firmare per gli Allievi Nazionali. Berardi ha talmente tanto talento che arriva a 18 anni a essere tra i grandi protagonis­ti della storica promozione in A del club di Squinzi. E quel finale di stagione portò allo stop in azzurro.

DESTINO Era nel destino allora che proprio una sua invenzio- ne dovesse risultare decisiva per la vittoria del girone: un suo gol ha ribaltato la Serbia (3-2) a Pescara nella prima sfida ufficiale con Di Biagio e ha messo il punto esclamativ­o sulla vittoria e il sorpasso in classifica sui serbi e sul Belgio, che ci ha spalancato le porte dei playoff. Eravamo spalle al muro, proprio come ieri prima del Portogallo e come lo saremo mercoledì contro l’Inghilterr­a: servirà vincere e sperare che il Portogallo (o la Svezia) faccia lo stesso. Mimmo ha firmato l’unico gol azzurro in Repubblica Ceca, per ora inutile. Non può finire così.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy