La Gazzetta dello Sport

Pastore condanna O Ney L’amico Messi lo assolve

Javier: «Calma, davanti alla tv ci sono i bambini». Leo: «La sua presenza è un bene per la Copa». Domani il verdetto sul ricorso

- Filippo Maria Ricci

Il Brasile prova a trovare la strada senza il suo capitano, Neymar riflette su ciò che è stato, attende il verdetto definitivo sulla sua squalifica e deve decidere se abbandonar­e o meno il ritiro.

DEPRESSION­E E SHOCK Fonti interne alla «Canarinha» danno il «10» decisament­e depresso mentre i giornali brasiliani hanno deciso di superare lo shock girando rapidament­e pagina: tutti concentrat­i sulle soluzioni tattiche che può adottare Dunga, il caso Neymar trattato quasi di striscio. Perché il Brasile si trova di nuovo ad affrontare una partita decisiva senza il suo miglior giocatore, come un anno fa contro la Germania. E allora finì malissimo. E aleggia un pessimo timore: è molto difficile, ma se il Brasile dovesse essere eliminato precocemen­te la squalifica di Neymar condizione­rebbe pesantemen­te anche la Copa America della «canarinha» del prossimo anno perché le giornate non scontate qui in Cile verrebbero girate alla prossima competizio­ne. Oggi, alle 13 locali (18 in Italia) la CBF riceve la sentenza. Ha 24 ore per presentare il ricorso, cosa che tutti danno per scontato che farà, e poi lo stesso martedì arriverà la risposta definitiva.

Neymar durante l’allenament­o di ieri Un gesto di sconforto del numero 10: se la squalifica non sarà ridotta la sua Copa è finita Il fuoriclass­e del Barça abbandona il campo alla fine della seduta TRA CRITICHE E AMICIZIA Sulla squalifica del capitano del Brasile abbiamo chiesto un parere a 3 argentini illustri. Pastore ha criticato l’atteggiame­nto di Neymar, Messi ha difeso l’amico, Higuain ha scelto la diplomazia. «Io penso che un giocatore quando è in campo deve cercare di stare calmo ed evitare di reagire – ci ha detto il centrocamp­ista del Psg – perché davanti alla tv ci sono tanti bambini e ragazzi che stanno guardandoc­i e sarebbe meglio se non vedessero certe scene. Oggi il calcio è uno sport super seguito: bisogna cercare di prestare la massima attenzione al comportame­nto». Diverso il tono di Leo, che con Ney condivide lo spogliatoi­o 10 mesi all’anno: «Neymar è un mio amico, SCRITTORE BRASILIANO INTERVENTO DEL 2007

gli auguro il meglio. Mi avrebbe fatto piacere se avesse potuto godersi questa Copa fino alla finale perché so quanto gli piace giocare e quello che sente quando è in campo. E poi la sua presenza avrebbe fatto bene alla competizio­ne, un giocatore della sua statura è importante per la Copa America. Però l’hanno squalifica­to e sulla giustizia o ingiustizi­a della sanzione preferisco non dire nulla». Infine il «Pipita»: «Queste sono decisioni della Conmebol, i giocatori possono far poco. Per il Brasile è una perdita importante ma non posso dire di più».

UNO SU UNDICI E a proposito di soluzioni per l’assenza di Neymar e fantasmi del passato, nella decisiva partita giocata ieri notte a Santiago tra Brasile e Venezuela salvo sorprese Fernandinh­o era l’unico superstite del «Mineirazo», il 7-1 incassato dalla Germania un anno fa. In 12 mesi il Brasile ha cambiato pelle puntando tutto su Neymar, allora infortunat­o. Dunga gli ha dato la fascia di capitano e ha infilato 11 vittorie di fila. Poi è arrivata la Colombia e l’incantesim­o si è rotto e ora viene il difficile: proseguire senza O Ney.

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