Pastore condanna O Ney L’amico Messi lo assolve
Javier: «Calma, davanti alla tv ci sono i bambini». Leo: «La sua presenza è un bene per la Copa». Domani il verdetto sul ricorso
Il Brasile prova a trovare la strada senza il suo capitano, Neymar riflette su ciò che è stato, attende il verdetto definitivo sulla sua squalifica e deve decidere se abbandonare o meno il ritiro.
DEPRESSIONE E SHOCK Fonti interne alla «Canarinha» danno il «10» decisamente depresso mentre i giornali brasiliani hanno deciso di superare lo shock girando rapidamente pagina: tutti concentrati sulle soluzioni tattiche che può adottare Dunga, il caso Neymar trattato quasi di striscio. Perché il Brasile si trova di nuovo ad affrontare una partita decisiva senza il suo miglior giocatore, come un anno fa contro la Germania. E allora finì malissimo. E aleggia un pessimo timore: è molto difficile, ma se il Brasile dovesse essere eliminato precocemente la squalifica di Neymar condizionerebbe pesantemente anche la Copa America della «canarinha» del prossimo anno perché le giornate non scontate qui in Cile verrebbero girate alla prossima competizione. Oggi, alle 13 locali (18 in Italia) la CBF riceve la sentenza. Ha 24 ore per presentare il ricorso, cosa che tutti danno per scontato che farà, e poi lo stesso martedì arriverà la risposta definitiva.
Neymar durante l’allenamento di ieri Un gesto di sconforto del numero 10: se la squalifica non sarà ridotta la sua Copa è finita Il fuoriclasse del Barça abbandona il campo alla fine della seduta TRA CRITICHE E AMICIZIA Sulla squalifica del capitano del Brasile abbiamo chiesto un parere a 3 argentini illustri. Pastore ha criticato l’atteggiamento di Neymar, Messi ha difeso l’amico, Higuain ha scelto la diplomazia. «Io penso che un giocatore quando è in campo deve cercare di stare calmo ed evitare di reagire – ci ha detto il centrocampista del Psg – perché davanti alla tv ci sono tanti bambini e ragazzi che stanno guardandoci e sarebbe meglio se non vedessero certe scene. Oggi il calcio è uno sport super seguito: bisogna cercare di prestare la massima attenzione al comportamento». Diverso il tono di Leo, che con Ney condivide lo spogliatoio 10 mesi all’anno: «Neymar è un mio amico, SCRITTORE BRASILIANO INTERVENTO DEL 2007
gli auguro il meglio. Mi avrebbe fatto piacere se avesse potuto godersi questa Copa fino alla finale perché so quanto gli piace giocare e quello che sente quando è in campo. E poi la sua presenza avrebbe fatto bene alla competizione, un giocatore della sua statura è importante per la Copa America. Però l’hanno squalificato e sulla giustizia o ingiustizia della sanzione preferisco non dire nulla». Infine il «Pipita»: «Queste sono decisioni della Conmebol, i giocatori possono far poco. Per il Brasile è una perdita importante ma non posso dire di più».
UNO SU UNDICI E a proposito di soluzioni per l’assenza di Neymar e fantasmi del passato, nella decisiva partita giocata ieri notte a Santiago tra Brasile e Venezuela salvo sorprese Fernandinho era l’unico superstite del «Mineirazo», il 7-1 incassato dalla Germania un anno fa. In 12 mesi il Brasile ha cambiato pelle puntando tutto su Neymar, allora infortunato. Dunga gli ha dato la fascia di capitano e ha infilato 11 vittorie di fila. Poi è arrivata la Colombia e l’incantesimo si è rotto e ora viene il difficile: proseguire senza O Ney.