Mago Valdivia Il Pirlo cileno dà spettacolo in campo e fuori
Regista del Palmeiras in Europa non sfondò. «Ho già pagato per i miei errori»
La classifica delle maglie vendute, secondo l’ambulante di Plaza Italia, recita: Vidal, Sanchez, Valdivia. Vidal è l’anima del Cile, ci spiegano, Sanchez il fuoriclasse. E Valdivia? Valdivia non si spiega. Semplicemente, è il Mago. E le magie stanno arrivando. Valdivia ha i piedi di Pirlo, se non fosse sbarbato sarebbero anche simili, non gioca un pallone facile, illumina, fa assist magnifici, non gliela togli mai. E la classifica rispecchia quanto visto finora: il Cile tra le big è quella che ha convinto di più dopo la fase a gironi, e le colonne di Sampaoli sono loro tre.
RIBELLE Vidal è alla Juve, Sanchez all’Arsenal dopo il Barça, Valdivia l’Europa l’ha toccata poco. Era già Mago quando nel 2003 lo prese il Rayo: 6 partite, bocciato. L’anno dopo al Servette: uguale (11 match, 2 gol). Lo fregano la continuità, e quella sregolatezza in campo e fuori che viaggia alla pari del genio. Valdivia da 5 anni ha trasferito il suo ufficio al Palmeiras. I tifosi gli hanno dedicato una canzone: che fa «prende l’odio e lo converte in amore». Lui è così: lo ami o lo odi. Un sondaggio tra i calciatori brasiliani lo ha eletto come collega più antipatico, un giorno il tecnico Kleina lo chiamò per farlo entrare ma lui era in bagno e il cambio avvenne 10’ dopo. Tre anni fa fu pure vittima di un rapimento lampo: un malvivente lo obbligò a salire in auto, si fece dare i soldi e lo lasciò 2 ore dopo davanti al centro di allenamento. L’amore è nella gente che pende dalla magia dei suoi piedi, e che ha lanciato la campagna #ficavaldivia per convincerlo a rinnovare col Palmeiras. Per il suo agente ci sono il 99% delle possibilità che ciò non accada, c’è l’offerta del Cruz Azul. La splendida Copa che sta disputando lo aiuta, e chissà che non si risvegli qualcun’altro.
INDISCIPLINA Di lui si è parlato a proposito del caso Vidal, perché negli ultimi episodi di indisciplina nella lui c’è sempre. Il primo, in Copa 2007, a Puerto Ordaz: in Venezuela lui e altri 5 diedero spettacolo in hotel lanciandosi prosciutto e marmellata e prendendo a parolacce una cameriera, squalificati per 20 gare (poi 10). L’altro è il nel 2011: lui, Vidal, Carmona, Jara e Beausejour sforarono l’orario di rientro in ritiro dove si presentarono alticci. Borghi li fece fuori, 10 gare di stop anche lì. «Ho già pagato per i miei errori», fa lui. Del Mago questa Copa conosce solo magie belle.