La Gazzetta dello Sport

L’Uruguay trema «Il Cile, la migliore»

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Il giorno dopo la qualificaz­ione ai quarti di finale, il Maestro Tabarez se la gioca con quattro punte: Cavani, Rios, Godin e il Cebolla Rodriguez alle griglie per l’asado della festa. A due giorni dalla sfida del Nacional contro i padroni di casa del Cile, i campioni in carica provano a rinsaldare il gruppo. Lavorare sul morale oltre che sulle soluzioni offensive è cosa buona e giusta da parte di Tabarez, che sotto sotto l’avversario lo teme: «Il Cile contro la Bolivia ha giocato il calcio migliore visto finora in questa Copa America. Sono già una buonissima squadra di loro, e come tutte le nazionali che sono qui fa progressi gara dopo gara». GENERAZION­I Quanto ai mugugni che in patria circolano per Cavani che non segna e la manovra che non è fluida, Tabarez risponde con la calma di chi non perde il controllo del timone: «Io non ho formule magiche, ma so bene come si prepara una squadra. In questi anni abbiamo dimostrato chi siamo, e anche questa volta non saremo da meno. Alcune cose le abbiamo fatte bene e dobbiamo ripeterle, altre dobbiamo migliorarl­e». E anche quando gli ricordano di un Suarez che non c’è e che avrebbe fatto davvero comodo, il Maestro non scalfisce la sua calma Zen: «Lavoriamo per ottenere progressi, non sappiamo se li manifester­emo in questa Copa o più in là nel tempo, quando avremo dei rinforzi». Ogni riferiment­o al Pistolero è puramente intenziona­le. Un altro che manca è Forlan, che si esibisce come editoriali­sta su e commenta: «Il Cile ha cambiato pochissimo negli ultimi tempi. L’Uruguay ha avuto un cambio generazion­ale importante, Brasile e Argentina hanno cambiato allenatore, e con i tempi che ci sono nel calcio di oggi mettere in pratica idee nuove è sempre più difficile » . Tradotto: strada in salita, ma l’Uruguay è abituato a pedalare.

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ACTION Oscar Tabarez, 68 anni

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