La Gazzetta dello Sport

Sykes-Rea, dominio Kawasaki Festa Biaggi: doppio 6° al rientro

Nordirland­ese all’11° successo in 16 gare: «Ora comincio a pensare al titolo» Max: «Vicino ai primi, ma ormai sono un pilota da compagnia.... Non mordo più»

- Paolo Gozzi

Jonathan Rea, 28 anni, vincitore di gara-2 e leader del Mondiale Il podio di gara-1 con Tom Sykes 1°, Rea 2° e il ducatista Davies 3° Giugliano (2°), Rea (1°) e Haslam (3°) sul podio di gara-2 Aprilia in pista: Max Biaggi e Jordi Torres

«Il podio? C’era questa possibilit­à ma ce la siamo giocata in qualifica, partendo più avanti si poteva fare». A 44 anni, 896 giorni dopo l’ultimo show, Max Biaggi va ancora così forte che il doppio sesto posto al rientro nel Mondiale Superbike ha lasciato un filo di rammarico. «Ma appena cinque secondi di distacco da Jonathan Rea che sta dominando sono veramente pochi». Verissimo. Sulla pista di casa l’Aprilia ha calato il jolly e Ducati ha ritrovato il miglior Davide Giugliano per otto giri al comando. Ma alla resa dei conti i missili Kawasaki hanno spazzato via le speranze catapultan­do sul podio prima lo scudiero Tom Sykes poi il solito cannibale Jonathan Rea (11 centri in 16 gare!) tornato sulla retta via do-

po un inspiegabi­le errore di scelta di gomma. Il 28enne nordirland­ese arriva secondo «e con 133 punti di vantaggio (più di 5 gare, ne restano 10, anch’io comincio a pensare al titolo.» L’Italia ha fatto festa con MV Agusta che ha riaperto la Supersport con il francese Jules Cluzel approfitta­ndo della scivolata del capofila Kenan Sofuoglu ( Kawasaki) comunque 11°. Tutta tricolore la coppa del mondo Stock1000: Lorenzo Savadori, 24 anni, ha calato il poker con l’Aprilia battendo in volata i coetanei Raffaele De Rosa (Ducati) e Roberto Tamburini (Bmw). Belle speranze per una Superbike che non deve vivere solo di vecchie glorie.

AL MAX L’operazione Biaggi però ha funzionato: 32.192 spettatori ieri, 62.540 nel fine settimane. Al primo via l’asfalto freddo ha mandato in crisi le tre Aprilia, costringen­do Max sulla difensiva. «Alla fine avevo Haslam a tiro, tre anni fa non ci avrei pensato, stavolta sono stato uno zuccherino e ho lasciato perdere». Poi ha precisato il concetto. «Sono diventato un pilota da compagnia, non mordo più: ho fatto tre giorni senza errori e a questo ritmo non era scontato. A volte cadere serve per capire il limite, significa che avevo margine». Nella seconda sfida il vecchietto ha cambiato ritmo sbarazzand­osi dell’acerbo compagno di marca Jordi arrivando in scia all’ex iridato Tom Sykes, riedizione del duello Mondiale 2012 risolto dal romano per mezzo punto. Max era accompagna­to dalla compagna Eleonora Pedron «che quando ha saputo che sarei tornato si è un po’ arrabbiata, poi ha dato il nulla osta. Facendomi promettere che sarebbe stata l’ultima. E forse lo sarà». Ma la malese Sepang (2 agosto) ha annunciato il mese scorso la presenza di «una leggenda delle moto»... Davide Giugliano, 25 anni, alla vigilia aveva criticato l’operazione Biaggi («Si sta parlando solo di lui dimentican­do che in Superbike ci sono tanti bei talenti») e stavolta c’è andato veramente vicino. «Nel finale la Ducati non aveva più trazione e Rea ha avuto gioco facile, non ci voleva la caduta di venerdì che ha rovinato la preparazio­ne di gara». Sarà per la prossima volta.

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