Che risposta da Sir Murray: poker al Queen’s
Andy Murray risponde a Federer aggiudicandosi per la quarta volta il Queen’s (dopo il 2009, 2011 e 2013), come solo John McEnroe, Boris Becker, Lleyton Hewitt ed Andy Roddick nel torneo che è stato per anni il tradizionale prologo di Wimbledon. E lo fa vincendo due partite nello stesso giorno, la semifinale con Troicki che era stata interrotta sabato per pioggia sul 3-3 del primo set e la finale con il picchiatore Anderson, che affronta con estrema concentrazione, concedendogli appena cinque errori gratuiti e nemmeno una palla break. Sfruttando invece tutt’e due le occasioni che gli capitano per rompere l’equilibrio. «Ho servito estremamente bene, non pensavo di avere tante opportunità per come aveva battuto lui durante la settimana e per com’è veloce il campo, ma quand’ho avuto l’occasione ho reagito d’istinto e nel modo giusto, realizzando le due palle-break. E poi, quando abbiamo giocato degli scambi da fondo, me la sono cavata molto bene. E’ stata una gran bella settimana, che ho concluso in crescendo, giocando al meglio proprio gli ultimi due match, speriamo di poter continuare così anche a Wimbledon», si auto-applaude lo scozzese, campione a Wimbledon olimpico 2012 e poi a Wimbledon classico 2013, riportando un britannico sul trono del torneo di casa 77 anni dopo Fred Perry e diventando quindi baronetto. Che getta nella frustrazione il sudafricano, capace di metter giù 96 ace nei tre match precedenti: «Non ho la sensazione di aver giocato il miglior tennis, credo per il modo in cui ha giocato Andy. Che ha servito molto bene. Ho cercato di essere aggressivo, ma è dura quando un paio di break decidono tutto».
v.m.