La Gazzetta dello Sport

Benedetti sprint Che cuore Donato E l’Italia è viva

Trentino si impone negli 800, il capitano dà la zampata nel triplo: azzurri sesti e con il record di punti

- Andrea Buongiovan­ni

Si doveva venire in quest’angolo di mondo un po’ remoto, in Repubblica Ciuvascia, per trovare la miglior Italia della storia degli Europei a squadre e ritrovare quell’entusiasmo in casa azzurra da tempo sopito. Le vittorie di Giordano Benedetti negli 800 e di Fabrizio Donato nel triplo profumano di rilancio. Si doveva venire qui, in un Paese il cui movimento è travolto dagli scandali-doping, per riaffermar­e quanto l’atletica, anche se non nella sua espression­e tecnica più alta, offra comunque spettacoli di prim’ordine. Cheboksary 2015 segna un punto importante: in chiave internazio­nale e tricolore. E se la Russia, scalzando la Germania, è padrona per la quarta volta in sei edizioni (la rassegna è eredità della Coppa Europa), l’Italia celebra il proprio miglior risultato. Eguaglia il sesto posto delle prime due occasioni (Leiria 2009 e Bergen 2010) e, partendo dal settimo di sabato, perde il quinto a favore della Gran Bretagna solo con la 4x400 maschile conclusiva. Però, grazie anche a dieci piazzament­i complessiv­i da podio (a due dal primato portoghese) raccoglie un bottino di punti record. Il successo individual­e, poi, mancava dal Fabrizio Schembri nel triplo di Stoccolma 2011. Ne arrivano due in un quarto d’ora, uno più bello dell’altro.

CHE FINALE Quello di Benedetti, 26enne trentino, è elettrizza­nte. Il confronto tra il francese Pierre-Ambroise Bosse, personale da 1’42”53 e il polacco Adam Kszczot, oro continenta­le in carica, è tra i più attesi del weekend. La gara è veloce ( 51” 42 alla campana), col gruppo allungato, Benedetti a ridosso dei primi e i due favoriti più indietro. Ai 550 si entra nel vivo: Bosse e Kszczot rompono gli indugi e presto si portano in testa, con alcuni metri di van- taggio su tutti. All’ingresso nel rettilineo finale, pare proprio sfida a due. Ma non si sono fatti i conti con Benedetti, che pure ha un ritardo non da poco: il polacco viene infilzato, la lotta col francese è sin sul filo di lana. Il finale dell’azzurro è un capolavoro: in rimonta, ha una velocità superiore e il «tuffo» sulle fotocellul­e è vincente. Con 1’45”11 (terzo crono della carriera a 44/100 dal personale) precede Bosse di 3/100. «Ci credevo – sorride mentre viene compliment­ato da Yuri Borzakowsk­i, grande ex della specialità e ora c.t. russo – sono stato accorto e ho sfruttato le mie qualità. Ora vado tre settimane al Sestriere. Tornerò agli Assoluti di Torino, magari anche sui 1500».

CAPITAN LEGGENDA Anche Donato, pensando ai Mondiali di Pechino, centelline­rà gli impegni: età e condizioni fisiche non gli permettono altro. Intanto, da campione che non smette di stupire, festeggia una gran vittoria, da affiancare a quelle di Firenze 2003 e di Malaga 2006. Spara la misura giusta alla prima prova: è un 17.11 (+3.3) di qualità. Poi due nulli (il secondo di un soffio), ma nessun altro supera i 17 metri. Tra i battuti il russo Aleksey Fyodorov ( secondo con 16.92/+ 1.6), uno che in stagione ha già saltato 17.42. Fabrizio, vinta la gara, rinuncia all’ultima prova. «Ho poca autonomia – ammette, mentre via Twitter giungono le congratula­zioni dell’oro olimpico, lo statuniten­se Christian Taylor – sono ai limiti, ho forti dolori al tendine d’Achille sinistro e non posso rischiare. Peccato, il mondo avanza in fretta e io guardo al mondo, resto ambizioso». Da capitano, intanto, più che se stesso, applaude la squadra: «Nonostante le tante assenze – dice – ma con tanti giovani pieni di voglia di fare, siamo più che vivi. Continuiam­o così, con entusiasmo».

TANTI ACUTI Piazzament­i pesanti arrivano anche da Enrico Demonte e da Yuri Floriani, ottimi terzi nei 200 e nei 3000 siepi. Piacciono la novità Giulia Riva (personale dei 200 eguagliato con 23”30) e la battaglier­a 4x400 di Libania Grenot, Marta Milani, Elena Bonfanti e Chiara Bazzoni (3’29”83), entrambe quarte. Tra i pochi punti «mancanti», quelli di Alessia Trost, ottava nell’alto pur con lo stagionale migliorato di 3 cm, fino a 1.94. L’azzurra paga la formula della rassegna (quattro errori totali e si è eliminati) e un nullo a 1.84 (da sommare a due a 1.94 e a uno a 1.97). Con Sergey Shubenkov giustizier­e di Pascal Martinot-Lagarde nei 110 hs ( 13” 22 a 13” 42 con - 2.6!), l’acuto arriva da Anita Wlodarzcyk: 78.72 nel martello, miglior misura mondiale 2015.

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COLOMBO Il capitano azzurro Fabrizio Donato, 38 anni, nel salto vincente
 ?? COLOMBO ?? Giordano Benedetti, 26 anni, affianca il francese Bosse nel rettilineo prima di bruciarlo al fotofinish
COLOMBO Giordano Benedetti, 26 anni, affianca il francese Bosse nel rettilineo prima di bruciarlo al fotofinish
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