La Gazzetta dello Sport

Phelps torna a vincere nei 200 farfalla del cuore «Mezza gara da cambiare»

- Stefano Arcobelli

I200 farfalla sono per Michael Phelps la specialità del primo record mondiale, dell’imbattibil­ità decennale, della sconfitta più cocente, ai Giochi di Londra, della prima vittoria dai trials olimpici 2012 sabato notte a Santa Clara. Sono passati tanti ricordi per l’ormai prossimo trentenne leggendari­o campione (li compirà martedì 30) da 18 ori olimpici su 22, compreso un desiderio inconfessa­to: riprenders­i lo scettro della specialità nella quale debuttò quindicenn­e con un 5° posto ai Giochi di Sydney, al cospetto del nuovo fenomeno del delfino, Chad Le Clos, che lo battè a Londra, ed in questi giorni proprio in Italia per gareggiare e preparare i Mondiali di Kazan. Dove Phelps non ci sarà, per la questione della squalifica a seguito della condanna per stato di ubriachezz­a: il più decorato campione della storia olimpica si sta preparando solo per i campionati americani dal 6 al 10 agosto a San Antonio. Tre secondi più veloce che a Charlotte ma un tempo (1’57”62) per battere Chase Kalisz che non è però neanche nei primi 20

posti del ranking mondiali.

SVOLTA E PIANI Una vittoria comunque simbolica, per dire che Phelps «is back» ma non sa ancora quali sono davvero le prospettiv­e per i trials 2016 di Rio. Chiuso, appunto, nei 200 delfino da Le Clos, con il quale vorrebbe duellare nei 100 per tentare il poker d’oro in Brasile, in affanno nei 200 sl, preoccupat­o per l’enorme concorrenz­a nei 200 misti (da Hagino a Lochte), chiuso nei 100 sl che non ha mai digerito, e troppi pesanti ormai i 400 misti, Phelps ammette che sta tornando a pensare alla specialità che lo ha riportato sabato notte sul gradino più alto del podio nelle Pro Series. Il campione è «stanco di essere surclassat­o » e non si diverte affatto «a guardare gli avversari che mi sorpassano come nei 200 sl». Il campione che per il mentore Bob Bowman «ha lavorato bene da novembre, deve tornare a far bene solo le gare aprendo il gas». Ed infatti stavolta il campione la sprigiona a tratti come ai vecchi tempi, tanto da esprimere poi una certa «soddisfazi­one» per i 200 delfino tornati suoi: «Ho nuotato aggressivo e ho ottenuto ciò che volevo. Se continuass­i a gareggiare in questa distanza, dovrei lavorare per nuotare la seconda parte di gara in meno di un minuto. In allenament­o sto facendo cose che non ho mai fatto prima: è bello aver ritrovato la fiducia. Ora andrò 3 settimane in altura a Colorado Spring per rifinire la preparazio­ne in vista dei campionati Usa». E sciogliere i dubbi sul futuro dell’ultimo Phelps.

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AP Michael Phelps, 29 anni, 18 ori olimpici, 26 mondiali e 36 record

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