Nedved: «Apache insostituibile Però la Juve rimarrà al top»
Ambasciatore dell’Euro Under 21, racconta il futuro Juve: «Pronti al nuovo assalto Champions»
Il guerriero ha la faccia stanca. Il nuovo ruolo di ambasciatore dell’Europeo Under 21 lo ha travolto più di quanto si aspettasse. Sorride felice, perché sa quanto faccia bene alla sua Repubblica Ceca tutta questa attenzione mediatica. Pavel Nedved per la sua nazione è stato molto più di un giocatore di calcio. È un simbolo, un’istituzione: «Per noi questa è una grandissima occasione. È la manifestazione massima che possiamo ospitare perché abbiamo strutture troppo piccole per pensare a cose più grandi. Ma l’organizzazione ha fatto un lavoro incredibile e devo dire che anche l’ambasciatore – sorride – è stato davvero bravo...». La sua Repubblica Ceca ha strapazzato la Serbia, sorprendendo tutti: «Hanno fatto una partita incredibile, specie se penso alla gara che la Serbia aveva fatto con la Germania. Kliment è un bel talento, è esploso qui. Vedremo se saprà ripetersi».
Che impressione l’Italia?
le ha
MEMBRO CDA JUVENTUS
fatto
«Era tra le favorite alla vigilia. Squadra con molto talento, difficile capire come abbia fatto a perdere la prima partita contro la Svezia, che aveva in pugno».
Sturaro, dopo l’espulsione, ha ringraziato un dirigente della Juve che gli ha mandato un sms di solidarietà. Sa nulla lei?
«Dai, diciamo che il mio è stato un gesto istintivo. Sono entrato nella sua pelle e sentivo di stargli vicino. Anche io ho fatto degli sbagli in passato, so cosa si prova. Ma Stefano deve stare tranquillo. E’ un professionista esemplare e un grande uomo, destinato a diventare una colonna della Juve e della Nazionale maggiore».
Quindi era lei mister X. E ha sentito anche Vidal?
«Puto (Nedved affettuosamente lo chiama così, non l’ho sentito. Credo abbia passato momenti molto difficili e aveva altro a cui pensare piuttosto che parlare con me. E’ un giocatore straordinario, non a caso il Cile gli ha perdonato subito la bravata e l’ha messo in campo. Magari a certi livelli è meglio evitare certe situazioni…».
E invece come farà la Juve a rimpiazzare Tevez?
«Non si rimpiazza, è impossibile. Per noi è una perdita enorme, è stato il nostro leader negli ultimi due anni. Ma ha preso una decisione per la sua fa-
miglia e va rispettata».
Intanto vi siete mossi con grande anticipo: Khedira, Dybala, Rugani, Zaza, Mandzukic.
«Tutti ottimi giocatori che ci permetteranno di restare al top in Italia e in Europa. I giovani avranno l’opportunità di affiancarsi al nostro zoccolo duro e di crescere».
Si aspettava una stagione così esaltante della Juve?
«Credo non se l’aspettasse nessuno. Poi andando avanti siamo cresciuti in consapevolezza e autostima. Dopo il successo contro il Dortmund ho capito che avevamo fatto un ulteriore step di crescita».
Quindi l’anno prossimo la Cham-
pions sarà un obiettivo?
«Puntiamo a ripartire da dove abbiamo lasciato. La Juve è una grande società, con dirigenti che sono intenditori di calcio. Tra me, il presidente, Marotta e Paratici c’è un confronto quotidiano per tenere la Juve sempre ai massimi livelli. Beppe e Fabio sono bravissimi, questo è sotto l’occhio di tutti. E grazie a loro se ci siamo già mossi così bene».
Ci potrebbe essere anche Berardi in questa Juve. È pronto per una big?
«Lui è un giocatore di altissimo livello, ha fatto cose incredibili in questi due anni. Ho letto di statistiche che scomodano paragoni pazzeschi con Messi e altri campioni e non l’ho trovato assurdo. E’ la dimostrazione di quanta qualità ci sia ancora in giro. Quando sento che in Italia non c’è più talento mi metto sempre a ridere».
Esiste un nuovo Nedved?
«Io non l’ho visto – ride – Ci sono giocatori che hanno qualità simili, ma come Nedved al momento non credo ce ne siano. E’ una cosa difficile».
Zidane disse: «Quando mi ritirerò, mi mancherà il verde del campo».
«Ormai sono sei o sette anni che faccio il dirigente. All’inizio è stata durissima. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Poi piano piano entri nel ruolo e alla fine si sta bene. Però quanto si soffre. Ho detto a Pirlo, Buffon e altri campioni che un giorno faranno i dirigenti sportivi: “Ragazzi, è davvero dura. In tribuna è una sofferenza continua durante la partita”». Ambasciator porta consiglio.