La Gazzetta dello Sport

Colantuono: «Di Natale va gestito Però ci capiremo»

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Ha delle priorità? Ha chiesto qualcuno in particolar­e?

«Guardi, io non arrivo mica dalla Juve, i paletti in questi club ci sono. Bisogna puntellare, toccare qualcosa in tutti i reparti, ma con la società siamo in sintonia».

E’ convinto di poter rilanciare qualche giocatore che lo scorso anno ha deluso?

«Io credo che tutti abbiano una forte voglia di riscatto».

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E con un motivatore come lei...

«E’ vero, lo sono, ma non basta. Io lavoro anche tanto sul campo, cercando di usare sempre la palla perché è fondamenta­le».

Pensa che fidelizzar­e più giocatori e puntare più sugli italiani sia necessario?

«Le rispondo dicendo che Thereau, Danilo, Widmer sono già fidelizzat­i e italianizz­ati perché ormai sono qui da anni».

Colantuono, ogni tanto pensa che a Bergamo poteva diventare un Ferguson italiano? Sette anni (cinque più due), con la possibilit­à di arrivare a nove, visto che il contratto era fino al 2017.

«Forse per qualche attimo ci ho anche pensato, ma ho la sensazione che in Italia sia davvero difficile immaginare un modello Ferguson perché troppo spesso c’è la voglia di cambiare».

Cosa chiede oggi un club a un allenatore?

«Di raggiunger­e gli obiettivi che il club si pone. Oggi l’allenatore è un manager che ha obiettivi e scadenze».

Quali sono i suoi, sapendo che non è facile scalare la montagna per l’Europa?

«Fare un campionato all’altezza. Arriviamo subito al traguardo salvezza, poi con uno stadio nuovo e bello come il Friuli avremo ancora stimoli in più per fare bene. Con l’Atalanta sono arrivato fino all’Intertoto».

L’hanno impression­ata le nuove strutture? Avete scelto di stare a casa e non andare in quota in ritiro.

«Davvero incredibil­i. Io vengo da un centro come Zingonia che è un gioiellino, ma le confesso che gli stessi dirigenti dell’Atalanta sono venuti a Udine per vedere le nuove strutture. D’altra parte questa è una società presa a modello anche in Europa».

Lei ci entra col fardello del calcioscom­messe. Una brutta storia. Ci spieghi la sua versione.

«Non ci ho dormito per due giorni. E’ una cosa assurda. Sono andato spontaneam­ente da Di Martino e gli ho detto che non c’è nulla contro di me. C’è una chat che si riferisce a un mister. Io sono estraneo a tutto, ho fatto la gavetta, me la sono sudata la carriera. Ne uscirò pulito. Spero nell’archiviazi­one».

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LAPRESSE Stefano Colantuono, 52 anni, nuovo allenatore dell’Udinese 2001-2002 2004-05 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15

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