Paulo Sousa va all’attacco «Fiorentina, sarai feroce»
Nuovo allenatore accolto dagli applausi dei tifosi: «Voglio una squadra aggressiva e coraggiosa. Montella mi piace, proverò a fare meglio di Rui Costa»
Gli obiettivi sono due: conquistare un posto in Europa e proporre un calcio divertente e offensivo. La sfida di Paulo Sousa nasce su questo doppio binario. Il tecnico portoghese ieri si è incontrato a Milano con la famiglia Della Valle («Ho trovato dirigenti entusiasti e ambiziosi, persone che garantiscono stabilità»), poi, al Franchi - accolto dagli applausi dei tifosi - la prima conferenza da allenatore della Fiorentina. «Per competere con società più ricche dovremo mettere in campo le mie armi preferite: passione, ambizione, coraggio, consapevolezza. E niente limiti».
Il primo obiettivo è tenere Salah?
«Ha fatto grandi cose negli ultimi sei mesi a Firenze. Salah è un giocatore da considerare».
Gomez resterà o verrà ceduto?
«Tutti i calciatori sono importanti. L’obiettivo è di valorizzare i miei atleti verificando quali sono le idee della società. Un confronto importante».
Lei è amico di Rui Costa, un vecchio idolo dei tifosi viola.
«So quanto Rui voglia bene alla Fiorentina e quanto i tifosi gli siano ancora affezionati. Spero di riuscire a fare come lui o anche qualcosa in più».
Alcuni sostenitori sono critici per il suo passato da juventino.
«Vorrei ricordare ai tifosi che ho vinto con la Juve ma ho anche battuto la Juve in sfide importanti. Vorrei conquistare l’affetto del pubblico ottenendo traguardi prestigiosi».
Resterà nel solco tracciato da Montella o dobbiamo aspettarci una vera e propria rivoluzione?
«Sono un ammiratore di Vincenzo. Mi piace il suo calcio propositivo. Io ho la stessa ambizione. Quando entro in un progetto non cancello mai quello che c’è stato prima: cerco di migliorare l’intelligenza tattica Paulo Sousa è stato protagonista del primo scudetto vinto dalla Juve di Marcello Lippi (1994-95). Lasciata Torino, ha dato un dispiacere ai bianconeri battendoli in finale di Champions League col Borussia Dortmund. In Italia ha giocato pure con Inter e Parma. Dal 2008, dopo un tirocinio con la nazionale portoghese, è allenatore capo. Comincia in Inghilterra con QPR, Swansea e Leicester. Nel 2011 passa in Ungheria, al Videoton, dove resta per due stagioni. Nel 2013 è al Maccabi (Israele), poi al Basilea (Svizzera): con entrambi i club ha vinto il campionato nazionale, con il Videoton aveva conquistato una coppa di Lega e due Supercoppe d’Ungheria dei miei giocatori e di trovare un’identità comune. Meglio imporre il proprio calcio che subire quello dei nostri avversari. Per questo chiedo ai miei coraggio e ambizione».
Cosa avrà di diverso la sua Fiorentina?
« La mia impronta prevede grandissima aggressività. Certo, si può correre qualche rischio ma questo è il calcio in cui credo. La fase difensiva sarà curata come tutte le altre fasi di gioco. Per fare tante reti non è importante schierare undici centravanti. Per numero di gol segnati il mio Basilea è arrivato dietro solo a Real Madrid e Barcellona calcolando i campionati più importanti».
Firenze non è una piazza facile.
«I tifosi viola sono esigenti, ma pure io sono severo con me stesso. I nostri sostenitori dovranno diventare un punto di forza. E la magia di una città come Firenze ci aiuterà».
Con quali obiettivi torna nel calcio italiano?
«La Serie A mi ha fatto migliorare come uomo e come calciatore. Mi farà crescere anche come allenatore. La Fiorentina mi ha voluto fortemente: un segnale splendido». Sousa ha firmato un contratto per 2 anni (1,2 milioni a stagione) e ha dato indicazioni importanti per il mercato. Il primo obiettivo è Danilo, centrocampista del Braga. In attesa, naturalmente, del via libera di Salah. Quanto al rinnovo di Babacar il d.g. Rogg ed il d.s. Pradè sono stati chiari: «Manca solo la firma».